Fano (PU) – Arrivano perlopiù da Gambia, Nigeria, Senegal ed Albania e sono ospitati nelle due strutture protette di Belgatto e Mondavio o sono in carico ai Servizi Sociali. Nel territorio fanese sono oltre 30 i minori stranieri non accompagnati, soggetti indubbiamente fragili che hanno bisogno di una guida in un’ottica di integrazione sociale e lavorativa.
E favorire l’integrazione è proprio uno degli obiettivi principali del progetto avviato ad ottobre 2018 (durata due anni) che vede coinvolte diverse realtà del territorio che sono “esperte nel settore”: Diocesi, Caritas, Azione Cattolica, Ufficio Pastorale Migrantes e L’Africa Chiama Onlus. La sinergia tra queste associazioni unite al contributo del Cei (Conferenza Episcopale Italiana), permetterà di mettere in campo una serie di azioni, la prima in ordine cronologico sarà un corso gratuito per tutori volontari che, come stabilito dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, “sono persone che oltre ad essere in grado di rappresentare giuridicamente il minore straniero, siano interpreti dei suoi bisogni e dei suoi problemi”.
Il corso si svilupperà dal 10 al 25 maggio (24 ore totali il venerdì’ e il sabato) all’Ufficio Pastorale di Via Roma e possono aderire gli over 25 (tutti i requisiti sono sul sito www.garantediritti.marche.it o al numero 0721.865159). Le domande vanno presentate entro le ore 12 del 12 aprile. Contestualmente o successivamente al corso per diventare tutor, partirà una seconda fase del progetto che vedrà coinvolti direttamente i minori stranieri non accompagnati che vivono a Fano, in primis attraverso un servizio di orientamento al lavoro, poi con lo svolgimento di laboratori professionali nei settori della panetteria e dell’agricoltura ed infine con l’attivazione di 10 borse di studio.
La “scommessa” più grande però è forse quella di co-housing che sarà riservata a 4 ragazzi i quali, una volta compiuti i 18 anni e 6 mesi d’età, andranno a vivere insieme in una casa messa a disposizione dalla Caritas o dalla Diocesi (Ponte Sasso o Rosciano) nella quale dovranno dare dimostrazione, oltre che di autonomia, anche di essersi integrati perfettamente con la città e con le abitudini e le regole in essa presenti.
“Il progetto (“Insieme per educare e accompagnare i minori stranieri”) – hanno spiegato Stefania Poeta di Caritas, Raffaella Nannini de l’Africa Chiama e Don Alessandro Messina dell’Uffcio Migrantes – è un’occasione unica per Fano. Il corso per tutor volontari per la prima volta si svolge nella Provincia di Pesaro e questo permetterà di individuare figure che al momento nel nostro territorio sono carenti come dimostrato dagli elenchi appositi del tribunale minorile”.
“L’accoglienza – ha precisato il vescovo Armando Trasarti – non è solo barche o numeri ma significa parlare con la gente e ascoltare le loro storie. La figura del tutor è fondamentale. Il migrante, così come noi italiani quando andiamo all’estero per lavoro o studio, deve capire dove si trova e quali sono le regole altrimenti si verifica il fenomeno dell’accattonaggio si creano luoghi comuni che non fanno bene. In Africa un ragazzo di 16/17 anni è già adulto, in Italia no per cui va accompagnato affinché non cada”.