Tra le tendenze che caratterizzano le abitudini e la moda di questi ultimi anni c’è la personalizzazione dell’abbigliamento, operazione che si può effettuare con estrema semplicità senza essere professionisti del settore: sono sufficienti un computer, un’idea, un progetto o un marchio da promuovere e un buon senso estetico. L’attitudine è stata intercettata dall’Università di Urbino, che recentemente ha puntato verso questa direzione, proponendo capi d’abbigliamento e una serie di oggetti di merchandising contraddistinti dall’emblema dell’ateneo: un modo informale di rivendicare l’orgoglio dell’appartenenza a una delle università più antiche d’Europa e di diffondere tra i cittadini e i turisti l’immagine e il prestigio della Carlo Bo. La cerimonia di inaugurazione è terminata con il taglio del nastro da parte del Rettore, a testimonianza dell’ufficialità dell’iniziativa. D’altronde, è usanza consolidata da parte degli studenti delle facoltà universitarie di altre nazioni indossare i capi griffati col marchio dell’ateneo di appartenenza, anche se la cultura di massa, e soprattutto la cinematografia, tende a orientare la nostra fantasia quasi esclusivamente verso i giubbotti dei college statunitensi. Il boom della customizzazione non si ferma naturalmente alle sole Università, ma conquista i contesti più differenti. A guardare con favore il trend sono spesso le aziende specializzate, attive in prima linea sul fronte della customizzazioni di accessori e capi, per gli usi più differenti. Esemplare il caso di Ged Shop, realtà del settore che propone felpe da uomo personalizzate, ma anche capi da lavoro e divise: importante infatti notare come questo genere di servizi sia spesso utile anche nel mondo del lavoro e dell’impresa: sia per produrre strumenti per i propri dipendenti, che per realizzare regali aziendali, e oggetti riservati ai clienti e a fini pubblicitari.
Il fenomeno è quindi tanto in crescita quanto vasto. I motivi del successo sono diversi, e possono essere suddivisi in quattro aspetti: quello culturale, quello estetico, quello psicologico e quello pratico. Dal punto di vista della cultura e della comunicazione, l’immagine è ormai un veicolo preponderante: l’idea di trasmettere un messaggio visivamente attraverso vestiti o gadget è dunque quanto mai attuale. Per quanto riguarda l’estetica, indossare vestiti o maneggiare oggetti su cui sono stampati un logo aziendale o, poniamo, una citazione letteraria, non è più una pratica esclusiva dei teenager: è assai probabile che la crescente cura degli adulti verso un look preso in prestito dai propri figli sia la spia dell’attenzione contemporanea per il mantenimento di aspetto e modi giovanili. Il motivo psicologico del successo della personalizzazione di abiti e oggetti è da ricercare nel fatto che oggi è possibile, anche per chi ha meno dimestichezza con il settore e la creatività dare vita a creazioni originali, semplicemente digitando il proprio ordine su una tastiera di computer. E proprio l’informatizzazione, offrendo la possibilità di customizzare con la massima precisione un prodotto seguendo poche e intuitive istruzioni, assieme ai rapidissimi tempi di realizzazione e consegna e a prezzi sovente contenuti, spinge sempre più persone a provarsi in questa pratica in bilico tra il passatempo, l’arte e il commercio. Con l’avallo anche di prestigiose Università.