Fano (PU) – “Idee progettuali in merito al riutilizzo dell’ex caserma Paolini sono le benvenute, ma per essere concretizzate occorre prima fare in modo che il Comune entri nella disponibilità dell’immobile, attualmente di proprietà del Demanio dello Stato, scongiurando la possibilità che venga utilizzato per il nuovo Comando dei Carabinieri”. Ad affermarlo sono la senatrice Rossella Accoto e il deputato Roberto Rossini, che rispondono alle dichiarazioni del duo Fattori, Borioni.
“In questa direzione stiamo lavorando già da tempo, senza inutili clamori – sottolineano Rossini e Accoto -. Già nel novembre scorso, il deputato Roberto Rossini aveva depositato un’interrogazione parlamentare in cui venivano evidenziate tutte le criticità relative al trasferimento del Comando dell’Arma in alcune palazzine dell’ex caserma. I contatti instaurati in seguito con le alte gerarchie dei militari, come il comandante generale dell’Arma Nistri (con cui il deputato ha intrattenuto un colloquio privato) e il comandante della Legione “Marche” Nazzaro, hanno assicurato che le possibilità di insediamento della nuova caserma dei Carabinieri presso l’ex complesso “Paolini” sono molto remote per motivi economici e di sicurezza.
Per quanto riguarda invece il trasferimento dell’ex caserma “Paolini” dal Demanio dello Stato al patrimonio del Comune, segnaliamo che la senatrice Rossella Accoto partecipa da tempo a un tavolo di lavoro che si occupa proprio del riutilizzo di beni dismessi nella disponibilità dell’Agenzia del Demanio. Dopo aver sapientemente tessuto queste relazioni istituzionali, che hanno già dato i primi frutti, proseguirà con determinazione l’impegno dei nostri parlamentari per restituire alla città una preziosissima risorsa strategica, in modo da consentire a tutte le migliori ipotesi progettuali di poggiare su basi solide e credibili.
I fanesi sanno di poter contare a questo proposito anche sull’impegno di Marta Ruggeri che, come espressamente riportato nel programma #fanosicuradise (consultabile sul sito www.martaruggeri.it), intende rilanciare il dibattito pubblico sulla destinazione della struttura, con l’intenzione di coinvolgere la proprietà statale in un progetto di riqualificazione orientato al pubblico interesse ed economicamente sostenibile, opponendosi al trasferimento dell’Arma che suscita gravi perplessità per evidenti difficoltà logistiche”.