FANO – “Sono in fila da un po’ e ho assistito all’accoglienza di una 15ina di persone. So tutto di loro, nomi, cognomi, da dove vengono, cosa gli è capitato”. Questa è solo una delle diverse segnalazioni che sono arrivate alla nostra redazione in questi ultimi giorni. Il luogo in questione è l’area triage del pronto soccorso di Fano, ossia quella zona dove il paziente si presenta, lascia le proprie generalità, spiega il suo problema e viene registrato con il codice secondo la gravità del caso. Quello che non dovrebbe accadere è che i fattori appena elencati, per la tutela della privacy e della dignità delle persone, siano accessibili o udibili dagli altri presenti in sala. Da quello che ci riferiscono alcuni pazienti, non si entra più all’interno di un’area separata dal resto della sala d’aspetto, ma si presenta la propria situazione tramite uno sportello, come se si fosse in fila alle poste. Peccato che qui non si tratta di ritirare una raccomandata o di spedire un pacco, bensì di informare chi di competenza, di un proprio problema, malattia, disagio. Sembra che la questione sia stata segnalata all’azienda anche dagli stessi operatori che al momento non possono fare altro che garantire tutta la propria gentilezza al servizio del paziente e cercare di tutelare la vita privata delle persone, in un luogo che secondo la normativa di legge dovrebbe presentare tutte le caratteristiche di un “locale con la massima privacy”.