Valle del Metauro (PU) – E’ un problema che si ripresenta costantemente con l’arrivo della primavera e quest’anno, complice un inverno mite, la soglia del livello d’allarme va innalzata. A minacciare piante, animali, ma anche l’uomo è la “Thaumatopoea pityocampa”, meglio conosciuta come la Processionaria del Pino che sta infestando boschi e alberature del territorio, in particolar modo quelle zone dove è presente il Pino Nero, quindi la Foresta Demaniale delle Cesane nei comuni di Fossombrone, Urbino e Isola del Piano.
La processionaria del pino è un insetto che attacca non solo il Pino Nero ma anche il Cedro, e deve il suo nome alla caratteristica di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”. “E’ un insetto tra i più distruttivi – fanno sapere dal comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato – poiché capace di defogliare completamente gli alberi attaccati. A fare i danni sono le larve che dalla fine di agosto, periodo in cui si schiudono le uova, al successivo mese di aprile, brucano letteralmente la chioma degli alberi. La presenza massiccia di queste larve desta preoccupazione non solo per le piante, spesso soggette al progressivo deperimento e ad attacchi di parassiti secondari, ma anche per l’uomo e per gli animali”.
“Tali bruchi infatti – precisano i forestali – sono ricoperti da una fine peluria urticante che, se giunge a contatto con la pelle, può provocare eritemi molto fastidiosi. Conseguenze più gravi si possono avere se i peli giungono a contatto con gli occhi, la mucosa nasale, la bocca o quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive. Occorre pertanto evitare di entrare in contatto con tali bruchi lavando abbondantemente le parti colpite e rivolgendosi al medico se necessario per le terapie più opportune. Analoghe indicazioni – concludono – possono essere date anche per gli animali e soprattutto per cani che vanno portati immediatamente dal veterinario se l’irritazione interessa la bocca”.
A tal proposito il comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato e il Servizio Ambiente dell’Unione Comuni Montani dell’Alta Valle del Metauro hanno già segnalato il problema agli uffici competenti mentre il Servizio Fitosanitario Regionale ha già diramato le istruzioni del caso.