Fano (PU) – “Noi l’avevamo detto” ribadiscono oggi i rappresentanti Simona Ricci e Fausto Artibani della Cgil. L’organizzazione sindacale entra nel “caso” Ambito sottolineanche che, “già durante gli incontri con l’Amministrazione Comunale di Fano, come CGIL avevamo fatto presente alla Giunta come all’Ambito Territoriale di Fano ci fossero già da tempo problemi di operatività quotidiana che potevano e possono mettere a rischio il buon funzionamento di servizi essenziali per la popolazione che fa riferimento ai comuni ricompresi nell’Ambito stesso”.
Le criticità della gestione amministrativa dell’ente, erano già state dunque segnalate dalla Cgil.
“L’Ambito che – ricorda la Cgil – in base alla Legge Regionale 32/14, ma già sin dalla loro nascita nel 2000, ha, dal punto di vista istituzionale, e Fano ne è comune capofila, importanti compiti di coordinamento e gestione del welfare territoriale”.
“Nel testo dell’intesa che abbiamo sottoscritto con il Comune di Fano il 17 giugno scorso, c’è un punto che recita ‘Le parti ritengono necessario avviare una fase di ricognizione e di confronto sul tema della gestione associata dei servizi così come previsto dalla normativa regionale e dalle delibere applicative ad oggi oggetto di confronto in Regione. In particolare si svilupperà un confronto specifico per tutte le funzioni che fanno capo all’ATS di Fano, viste le numerose criticità che le Organizzazioni Sindacali hanno rilevato'”.
“Questo perché – concludono Simona Ricci e Fausto Artibani – sono numerosi i ritardi dell’Ambito Sociale di Fano sul tema, ad esempio, della gestione associata dei servizi sociali, a differenza di altri territori che, al contrario, hanno fatto molti passi avanti in quella direzione. Invitiamo l’Amministrazione Comunale a fare presto chiarezza, ad adottare i provvedimenti che si riterranno necessari e garantire da subito una immediata operatività, evitando nel modo più assoluto che ci siano ricadute negative sia sull’utenza che su coloro che lavorano, sia nel pubblico che nel privato sociale, nel sistema dei servi sociali. In una fase di crisi e di emergenza sociale come quella che stiamo vivendo sarebbe una cosa che non possiamo permetterci”.