Area ex Agip, l’amministrazione tranquillizza: “Nessun pericolo di inquinamento”
- 28 Settembre 2017
Fano (PU) – “I dati in nostro possesso sulla situazione ambientale non destano, ad oggi, particolare preoccupazione, né per la qualità dell’aria né per il suolo”. A tranquillizzare i cittadini in merito alla questione emersa i giorni scorsi sull’area dell’ex Agip è l’amministrazione comunale dopo la nota tecnica informativa ricevuta da Syndial, ditta che per conto di Eni è responsabile dell’area.
“Il 9 agosto – si legge nella nota di Syndial – sono state eseguite attività di campionamento ed analisi chimiche dei terreni per l’accertamento della qualità ambientale che hanno evidenziato un superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) limitatamente allo scavo eseguito per la rimozione del piccolo serbatoio di gasolio utilizzato per il riscaldamento dei locali del gestore. Di fronte a tale evidenza abbiamo provveduto a notificare la situazione alle autorità competenti. Lo stesso giorno il terreno risultato contaminato è stato rimosso”.
“Durante i lavori di rimozione e smantellamento della platea di cemento del piazzale è emerso lo stato di compromissione di una importante linea fognaria passante all’interno del cantiere, lato viale Gramsci. Abbiamo allertato Aset che, presa visione della situazione, ha ritenuto necessario un intervento in emergenza (bypass) per il ripristino temporaneo della operatività della linea, riservandosi poi di effettuare un intervento definivo dopo l’ultimazione dei lavori di dismissione condotti da Syndial”.
Per questo motivo i lavori di rimozione degli impianti dell’ex distributore sono stati sospesi dall’11 al 23 agosto, per consentire ad Aset di effettuare l’intervento di emergenza sulla fognatura.
Dal 23 al 27 agosto poi, Syndial ha proseguito le attività di rimozione di ulteriori n. 7 serbatoi utilizzati per lo stoccaggio di carburanti (benzina e gasolio) e delle linee di adduzione dei carburanti alle preesistenti colonnine di erogazione.
Il 30 agosto in tutti i terreni esposti a seguito della rimozione dei serbatoi e delle condotte sono stati prelevati campioni e sottoposti ad analisi chimiche. I campionamenti sono stati condotti alla presenza dei tecnici Arpam che hanno prelevato una quota parte di campioni per le proprie analisi di verifica (quindi nessuna dispersione dalle cisterne e dalle condotte sotterranee).
“Il 07 settembre – precisa Syndial – durante la rimozione dell’ultimo impianto interrato posto sul lato di via Montegrappa, è stata rilevata una contaminazione da idrocarburi (allo stato attuale non ancora definita se da benzine, gasoli o mista). L’approfondimento degli scavi ha permesso di individuare uno sviluppo verticale e puntuale della contaminazione fino a 4 metri di profondità dal piano campagna e, da 4 a 7 metri dal piano campagna, anche una diffusione areale da definire in sede di indagini. A seguito di tale rilevazione, e in virtù della notifica di potenziale contaminazione già avviata il 10 agosto, abbiamo informato Arpam, i cui tecnici, insieme al personale dell’Ufficio Ambiente del Comune di Fano, hanno eseguito un sopralluogo”.
Durante il tavolo tecnico del 14 settembre poi si è deciso di mettere in sicurezza gli scavi mediante reinterro, Syndial ha quindi illustrato quanto rilevato nel corso degli scavi e Aset ha espresso l’indifferibilità dei lavori di ripristino della linea fognaria danneggiata. Si è quindi concordato che Aset avrebbe preso in carico il cantiere oggi completamente ripristinato tranne che per lo scavo aperto in corrispondenza della tratta fognaria da ripristinare.
Entro un paio di settimane dunque Aset dovrebbe avviare i lavori, nel frattempo l’amministrazione comunale ribadisce che “che non esiste nessun pericolo, di nessun tipo, e la contaminazione del terreno riscontrata si trova in un solo punto ed è circoscritta. Certo – precisa l’amministrazione – di fronte a situazioni come questa scattano inevitabilmente procedure previste per legge che hanno tempi a volte non brevissimi e quindi non avremo subito la disponibilità dell’area come avremmo sperato. Se mai c’è stato inquinamento questo è stato forse nei tanti anni che il distributore è stato in funzione, per le possibili e inevitabili esalazioni delle benzine, soprattutto d’estate, e per gli scarichi delle auto in rifornimento. Oggi tutto questo non c’è più. E noi vogliamo un risanamento completo anche del terreno. Non importa il tempo che ci vorrà”.