Fano (PU) – La nuova piscina in Viale Mattei e la nuova clinica privata a Chiaruccia sono oggetto oggi di un intervento da parte dell’associazione ambientalista la “Lupus in Fabula” che critica l’eccessiva cementificazione delle aree agricole. “Negli ultimi anni – si legge in una nota – si sono tenuti a Fano decine di convegni sull’uso della risorsa suolo, promossi da associazioni, amministrazioni comunali e anche partiti che governano la città. Ogni volta fiumi di parole per dire che bisogna costruire sul costruito, che è urgente mettere uno stop al consumo di suolo, che bisogna contenere l’urbanizzazione della campagna tanto che nel piano strategico c’è scritto che ‘…saranno riconosciuti e sostenuti comportamenti orientati al mantenimento e qualificazione delle risorse estetiche della città, mentre saranno contrastati i comportamenti che apporteranno una riduzione di queste qualità a partire dallo stop al consumo di suolo’”.
I 7 ettari complessivi in cui sorgeranno piscina e clinica cambieranno i connotati di quella che ad oggi è campagna. “La bassa valle del Metauro – prosegue la nota – è diventata un ‘non luogo’, cioè un luogo privo di identità, un territorio dove lo ‘sprawl urbano’ è più evidente che altrove: aree agricole frammentate da capannoni, infrastrutture viarie, case, immobili dedicati ai servizi e al commercio. E’ proprio necessario sacrificare altro suolo per realizzare l’impianto sportivo e la clinica privata?”.
Più volte l’assessore Del Bianco ha detto che la zona di via Matteo è a vocazione sportiva, cosa anche questa contestata dall’associazione ambientalista: “Fano ha una zona sportiva che è quella della Trave – incalza -, ed è lì che andava costruita la piscina, come era previsto fino a pochi anni fa. Spostandola in Via Mattei, sarà necessario per tutti usare l’auto e alla cementificazione si aggiungerà il maggiore inquinamento atmosferico. Quanto invece alla clinica privata, non comprendiamo perché debba essere sacrificata un’area pubblica a destinazione agricola invece di essere utilizzata un’area privata, già urbanizzata o già compromessa da precedenti interventi edilizi. Quindi chiediamo ai consiglieri comunali, a tutte le forze politiche, alle associazioni, ma anche alle forze economiche della città di Fano, di opporsi a queste due scelte che sono state annunciate dall’attuale amministrazione comunale e di rendere concreto l’impegno a non consumare altro suolo agricolo, bene comune non rinnovabile”.