Fano (PU) – E’ di questi giorni la notizia di alcuni gestori di locali fanesi che, nonostante stipendi di tutto rispetto, faticano a trovare personale per la stagione estiva. News che ha fatto tanto scalpore da finire anche su di alcuni dei più gettonati media nazionali e che ha scatenato anche qualche polemica. In realtà trovare lavoro in questo periodo, se non si ha la fortuna di soddisfare determinati canoni, è difficile. Un punto di vista interessante ce lo offre Costanza Ciarlantini, responsabile di progetti di Housing Sociale del Cante di Montevecchio.
In cosa consiste il tuo lavoro? Mi occupo del reinserimento socio-lavorativo delle donne: in pratica cerchiamo di costruire le condizioni perché queste donne possano ricominciare ad acquisire un reddito ed una propria autonomia.
Un lavoro non semplice, soprattutto se ti occupi di persone con difficoltà. Esatto. Leggendo le notizie sui media di questi giorni ho voluto infatti far conoscere alla gente un punto di vista differente, per cercare di far capire che in realtà la questione è molto più complessa rispetto a quello che viene riportato dai giornali.
In che senso? Il problema è che io ci posso anche credere che alcuni imprenditori fatichino a trovare personale adatto a loro, ma credo anche che il tipo di lavoratori richiesto al giorno d’oggi sia sempre più difficile da trovare. Per avere una chances in primis devi avere esperienza ma allo stesso tempo devi essere giovanissimo e comunque sotto i 29 anni. Devi essere di bella presenza, disposto ad accettare lavori che spesso e volentieri presentano una disparità tra ore lavorate e stipendio. Devi essere italiano o parlarlo alla perfezione. Il tutto diventa ancora più difficile se sei una donna, perché a quel punto la strada è ancora più in salita.
Caratteristiche che spesso non trovi in un’unica persona. infatti. Pensa che l’ultima volta che ho accompagnato una ragazza di 19 anni, che era comunque di bella presenza ma non aveva la ‘fortuna’ di essere italiana, l’interlocutore le ha risposto: ‘Ho più probabilità io di iniziare a volare che te di trovare un’occupazione’. Prima di iniziare l’ attività di orientamento sinceramente anche io ero un po’ scettica: pensavo che le persone avessero difficoltà a lavorare più di tanto o che comunque non volessero sacrificare i weekend o fare troppe ore. Oggi penso che la situazione sia molto più complessa e sono convinta che aprire dibattiti su questo argomento sia necessario e molto utile. Soprattutto per quelle persone che, avendo avuto una vita difficile, debbono essere messe in condizioni di poter recuperare una preparazione scolastica adeguata e di sperimentare esperienza lavorative significative.
Pensi che le cose cambieranno in futuro? Potrebbero cambiare so se si creerà un grande patto tra gli imprenditori, istituzioni, operatori sociali e diretti interessati.
Soluzioni? Potenziare tutti i servizi, le connessioni, le reti formali ed informali che hanno un ruolo nel costruire opportunità lavorative per i soggetti a rischio di esclusione sociale, per andare oltre il singolo corso di formazione o la semplice redazione di un curriculum.