Fano (PU) – Il breve temporale di oggi non ha sicuramente risolto il problema siccità.Come è noto le autorità competenti hanno bloccato il flusso di acqua nel Canale Albani, in quanto per legge la risorsa idrica deve essere destinata esclusivamente all’uso idro-potabile. E’ notizia di oggi che a causa della mancanza di pioggia anche il rilascio di acqua sul fiume Metauro sarà ulteriormente ridotto. Da giorni il Comune di Fano, l’Enel Green Power, le associazioni Club Mattei-Protezione civile e ANPANA Onlus sono impegnati a fronteggiare la crisi ecologica che si è determinata nel canale, dove si sono susseguiti interventi urgenti atti a limitare i danni: limitare e non evitare poichè purtroppo la lotta contro la grave siccità è davvero impari. Si è cominciato due settimane fa con la morte repentina di alcuni quintali di pesci a causa della mancanza di ossigeno, pesci che sono stati prontamente recuperati e smaltiti all’Enel. Quelli rimasti sono stati prelevati e riversati nel Metauro, quindi è stata fatta defluire l’acqua che se fosse rimasta nel canale avrebbe determinato fenomeni putrefattivi con le immaginabili conseguenze. Quindi si è proceduto alla rimozione dei rifiuti ingombranti (biciclette, passeggini, transenne), di quelli in plastica (centinaia di bottiglie) e delle ramaglie che si erano arenate in prossimità dei pilastri dei ponti. “Per garantire la vita degli uccelli – scrivono dall’assessorato all’Ambiente -, che si rammenta essere stati in parte impropriamente rilasciati da privati cittadini non autorizzati, su disposizione del Servizio veterinario ASUR sono state installate delle vasche e degli abbeveratoi ed è stato fornito del cibo. Ciò nonostante, alcuni degli animali hanno preferito continuare a bere e mangiare nella pozza melmosa residua sotto il ponte di Via IV Novembre, dove evidentemente la carica batterica e gli inquinanti ne hanno determinato la morte. Prontamente l’Ufficio Ecologia Urbana del Comune di Fano ha allertato Enel ed ASUR per il recupero delle carcasse che sono state inviate all’Istituto Zooprofilattico per determinare le cause della morte, la cui indagine è ancora in corso. E’ pressoché impossibile eliminare le pozze inquinate sia perchè le normali pompe non riescono ad aspirare l’acqua melmosa, sia perché le stesse si riformano ogni volta che si riversa nel canale l’ acqua di dilavamento delle strade a seguito dei brevi temporali che vi sono stati e che si prevedono con le stesse caratteristiche. Perciò l’area è stata compartimentata con delle reti che impediscono l’accesso agli animali, i quali però rimangono sempre in situazione di precario benessere anche se ogni giorno vengono rifornite le vasche e gli abbeveratoi. Per salvarli, date le previsioni di perdurante siccità, rimane una sola possibilità: spostarli in laghetti privati dove abbiano la possibilità di sopravvivere e di essere alimentati ed è ciò che si sta organizzando. Lo spostamento è reso possibile poiché sono arrivati i risultati degli esami effettuati dall’ASUR da cui risulta che la colonia è negativa per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle”.