Fano (PU) – “Conoscenza, solidarietà, integrazione e rispetto reciproco”. Sono questi i capisaldi secondo Carla Luzi di Sinistra Unita del protocollo d’intesa per l’accoglienza dei rifugiati approvato giovedì sera dal Consiglio Comunale di Fano con voto unanime di tutti i consiglieri presenti. “Questo importantissimo documento – continua Carla Luzi – è il frutto di un lavoro di gruppo e permetterà d’ora in poi di non gestire più la situazione come un’emergenza ma con la serietà e la professionalità che essa richiede. Aderiscono a questo protocollo la Prefettura di Pesaro e Urbino, il Comune di Fano, Ambito Territoriale Sociale VI, la Provincia di Pesaro Urbino, CISL, CIGL, UIL, la Fondazione Caritas Fano, la Cooperativa Sociale Labirinto, la Direzione Territoriale del Lavoro di Pesaro e Urbino, il Centro Servizi per il volontariato (C.S.V.), le associazioni caritativa diocesana “Giustizia e Pace” onlus, Millevoci, Apito Marche, ANOLF, Millemondi, Nuovo Orizzonte, L’Africa Chiama, AUSER, Mimosa e Incomingfano. A tutte queste realtà va il mio ringraziamento per l’impegno e la passione messi durante la stesura di questo documento. Grazie a questo protocollo potranno “essere avviati percorsi di conoscenza del contesto sociale in cui i migranti vengono accolti anche attraverso attività e servizi resi in qualità di volontari a favore della collettività ospitante” e, cosa molto più importante, “dare avvio anche ad azioni di valore culturale che siano di utilità ai giovani migranti stessi, favorendo la loro interazione con le realtà territoriali preposte al mondo dello sport, della cultura e del mondo educativo”. “Prova della serietà e della passione messe da tutte le persone e le associazioni che hanno collaborato – continua Carla Luzi -, la Provincia di Pesaro e Urbino proporrà a tutte le realtà locali di adottare un impianto simile da quanto fatto dal Comune di Fano. Sono consapevole che questo protocollo è solo il primo piccolo -grande passo verso un percorso difficile e complesso che dovrebbe essere gestito diversamente a livello nazionale ed europeo , per non considerare emergenza, come abitudine italiana in troppe cose, quello che in realtà non lo è. La paura del diverso e dello sconosciuto è spesso il frutto di chiusure, del mancato desiderio di conoscere altre storie e altri contesti,passo dopo passo è fondamentale prendere atto della storia del nostro tempo,delle storie di donne uomini bambini che hanno attraversato un deserto infuocato e un mare in burrasca e assieme costruire una cultura futura libera da tossine e pregiudizi che portano ad una distorsione della realtà”.