Fano (PU) – Le bollette “salate” che molti nuclei famigliari fanesi stanno ricevendo in questi giorni, sono al centro del dibattito politico. “Sono aumenti inopportuni – scrive Marta Ruggeri del M5S -. E Aset dovrebbe rivederli, soprattutto con riguardo alle famiglie a basso reddito. Se diventerò sindaca, garantirò che non ci siano più discriminazioni territoriali e che non si speculi sui servizi essenziali a favore dei cittadini, come l’acqua pubblica. E’ infatti ormai chiaro, ed ammesso da Aset stessa, che la rimodulazione delle tariffe a favore delle famiglie più numerose si è purtroppo andata a sovrapporre ad aumenti generali delle tariffe di Aset del 3,5% per il 2018 e del 3,4% nel 2019, aumenti, aumenti generalizzati che non sono stati disposti per i cittadini utenti di Marche Multiservizi, generando una disparità di trattamento nell’ambito provinciale”. Vuole vederci chiaro anche Stefano Pollegioni di Nuova Fano: “Il Comune – afferma – è il maggiore azionista di Aset S.p.A. e quindi ancora una volta dovrebbe essere il sindaco Seri a dare risposte ai cittadini. Il Presidente di ASET invece, sembra in grande difficoltà nel dare spiegazioni e si nasconde dietro il fondo anticrisi che non centra nulla con la grave situazione creatasi. Aset , in qualità di società pubblica partecipata, invece di tutelare i fanesi ha deciso di inserire i notevoli aumenti approvati da AATO. Ci domandiamo inoltre, perché non andare incontro ai cittadini utilizzando gli utili in aumento, tanto sbandierati da Aset, per affrontare le esigenze dei cittadini e , in questo caso, intervenire sugli aumenti delle bollette? Aset, inoltre, gestisce anche la tassa dei rifiuti: succederà la stessa cosa anche in quelle bollette?”. Ultimo ad intervenire, in ordine di tempo, è un altro candidato sindaco, Teodosio Auspici: “Come non ci si improvvisa sindaco – scrive – non ci si improvvisa nemmeno amministratori di società pubbliche e il caso bollette è emblematico. Va ricordato, infatti, che la delibera ARERA è del 28/09/2017 quindi il tempo per gestire la questione e compiere delle simulazioni per verificare le ricadute c’era. Cosa è stato fatto? Ci sembra niente. La politica poteva fare qualcosa? Certo, in sede di delibera dell’ATO del 11/10/18 si poteva porre in essere delle tariffe atte ad attenuare le ripercussioni e prendere tempo per rimodulare al meglio le tariffe. Il dubbio che si volesse far cassa è più che legittimo. Per chi invece scomoda la fusione per l’aumento tariffario, tengo a precisare che nella relazione dell’Advisor veniva prospettata una sostanziale invarianza tariffaria con il vantaggio di una ‘stabilizzazione’ di un sua componente che divenuta più certa permetteva una migliore programmazione e maggiori investimenti. In conclusione, se si tratta di un tentativo di gettare discredito su una società pubblica, quale candidato sindaco rivendico coerentemente la difesa della nostra azienda pubblica, con l’impegno però che buona gestione e utili vadano a vantaggio della collettività, che significa abbassare le tariffe in generale e, a maggior ragione, per un bene universale quale l’acqua”.