C’è bisogno di più Europa o di meno Europa?
- 8 Aprile 2019
C’è bisogno di più Europa o di meno Europa? Questo rischia di essere il quesito, errato, del dibattito che accompagnerà la campagna elettorale per le elezioni europee del 26 maggio. La Chiesa marchigiana, per il tramite dell’ufficio regionale per i problemi sociali e del lavoro, intende proporre invece una riflessione intorno al tema: “Europa come comunità, il contributo dell’economia sociale per una rinascita del progetto Europeo” in un incontro che si terrà mercoledì 10 aprile alle ore 17,30 presso i locali del Centro Pastorale Diocesano in via Roma 118 a Fano. Ospite d’eccezione Giuseppe Guerini, componente del CESE (ossia il Comitato Economico Sociale Europeo) con sede a Bruxelles.
Noi sappiamo che l’obiettivo dell’Unione Europea è quella di garantire ai circa 500 milioni di cittadini che ne fanno parte, pace, stabilità, sostenibilità, libertà e sicurezza, Solidarietà. Guerini ci aiuterà a capire a che punto siamo, rispetto a questi obiettivi, guardando in concreto costa si sta facendo oggi nei vari settori di competenza dell’UE, e quali sono i possibili ostacoli che abbiamo di fronte (tra cui il fatto che la percentuale di anziani crescerà ancora e il numero di persone che nel 2050 avrà più di 80 anni si triplicherà passando dagli attuali 137 milioni ad oltre 425 milioni, per cui sarà sempre più attuale parlare di “vecchio continente”). Una delle possibili risposte a questo delicato processo di trasformazione è dato dal contributo che può venire all’Europa dall’Economia Sociale. A questo proposito cito la recentissima Intervista aPaolo Venturi (Direttore AICCON) realizzata da Carlo Cefaloni (Città nuova) durante la prima edizione del Festival dell’Economia Civile a Firenze il 30 marzo scorso. “L’impresa sociale, ed in particolare l’economia ad essa connessa, riveste un ruolo centrale in Europa poiché è in grado di garantire occupazione a quasi 14 milioni di persone (6,3% della popolazione attiva). In Europa son ben 2,8 milioni le organizzazioni che generano economia a finalità sociale (e non sto parlando di Responsabilità sociale dell’impresa), sono 232 milioni di soci di cooperative, mutue e affini e ben 82 milioni di volontari. L’economia sociale ora deve giocare la partita dello sviluppo, ma non con gli stessi strumenti delle grandi piattaforme e concentrazioni industriali, poiché è orientata a generare e condividere valore e non solo estrarlo (e per questo motivo deve avere indicatori diversi). In questo senso si deve riconoscere che se l’Europa è oggi leader mondiale per la qualità della vita, lo si deve in gran parte anche all’economia sociale e a tutto il mondo del non profit.”
Giuseppe Guerini, entrerà poi nei temi più attuali, tra cui la necessità di una Europa unita e con una precisa identità, altrimenti non riuscirà a confrontarsi efficacemente con le economie dei Paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Messico, Russia, Indonesia e Turchia) che crescono ad un tasso medio annuale del 3,5% contro l’1,6% dei Paesi del G7, e che nel 2050 arriveranno a rappresentare circa il 50% del PIL mondiale.
Inoltre, all’inizio dei lavori, una rappresentante dell’Equipe Giovani di Giustizia e Pace Italia, presenterà un documento predisposto in vista delle elezioni europee in cui si indicano quattro priorità per il prossimo Parlamento Europeo: 1. Giustizia sociale, in quanto l’attuale ingiusta distribuzione della ricchezza e delle opportunità, ma anche la povertà e l’esclusione sociale all’interno del territorio del mercato singolo e tra le regioni conduce a conseguenze demografiche, culturali e sociali negative e vitali. 2. Cura dell’ambiente naturale (Creato) a causa dell’inaccettabile alto livello di scarto alimentare, che indica la predominanza di un modello di produzione e consumo opposto alla virtù della temperanza e dannoso per l’ambiente. 3. Pace globale, in considerazione delle esportazioni multiple di armi in aree di guerra e conflitti armati, contrari agli accordi esistenti tra gli Stati membri. 4. Rispetto per i diritti umani, poiché alcune società europee – e specialmente quelle più grandi collocate nel territorio del mercato singolo – operano in tutto il mondo con modalità tali da costituire violazioni dei diritti umani.
Da tutti questi temi, si evince chiaramente come le prossime elezioni europee siano importanti, e forse decisive, per il futuro dell’Europa e per il compito stesso della politica, e quindi la partecipazione di tutti al voto sarà estremamente significativa ed auspicabile.