Cinque anni senza Peppe
- 21 Settembre 2019
Fano (PU) – Cinque anni senza Peppe si sentono. Può sembrare una banalità ma in realtà è il pensiero più vero che ovviamente ogni famigliare, ma anche ogni amico o chi semplicemente lo ha incontrato per 2 parole di fronte ad un caffè o meglio ad un bicchiere di vino, può confermare. Questa sorta di vuoto, se così lo si vuol definire, che si prova, soprattutto in giorni come questo, viene dal fatto che Peppe Nigra era un vulcano. Un motore perpetuo di idee, un’esplosione di personalità che ti travolgeva inevitabilmente, arricchendoti e conquistandoti allo stesso tempo. Un contenitore di cultura musicale, cinematografica e teatrale, le quali non esitava a condividere con più persone possibile. La sua irresistibile verve lo ha portato nel tempo ad entrare anche in gruppi teatrali, all’inizio nel “Teatro la Bugia” diretto da Maria Flora Giammarioli, ed in seguito con gli amici del “San Costanzo Show” dove, tra i tanti personaggi interpretati, si era inventato l’indimenticabile sindaco di Solfanuccio con cui “stendeva” le platee dalle risate. “Peppe era una colonna portante del nostro gruppo – racconta l’attore collega Geoffrey Di Bartolomeo -, ha contribuito alla crescita del San Costanzo, che ancora oggi riesce a riempire teatri grazie anche al suo grande contributo. Una persona cha ha lasciato tanto di se da convincere i suoi amici più cari e la sua famiglia a creare il Fondo Peppe Nigra, un’organizzazione che, grazie al contributo di sua moglie Sara e di sua sorella Chiara, gode della grande videoteca personale di Peppe che oggi è, come avrebbe voluto lui, a disposizione della città presso la Mediateca Montanari. Un’associazione che nel tempo è cresciuta e ha realizzato grandi eventi partecipatissimi che, oltre a ricordare il nostro grande amico, hanno offerto a tutti alcuni momenti di crescita culturale importante”. Cultura musicale, cinematografica e voglia di fare che lo hanno portato anche a creare uno dei locali che ha, in qualche modo, trasformato le abitudini della piazza centrale della città: il Bardàn. “L’idea di aprire un nuovo punto d’incontro in piazza – racconta il suo storico collega e amico Giuliano Antinori -, è nata assieme a Peppe e a Gigi Gaggi. Non volevamo aprire un semplice bar fornitore di cappuccini e cocktail, ma una sorta di atelier, un centro culturale trasversale dove i ragazzi, e non solo della città si potessero incontrare per condividere esperienze musicali e di aggregazione diverse. Peppe in questo era una vera macchina da guerra e grazie anche al suo grande supporto siamo riusciti a portare al Bardàn musicisti del calibro di Calcutta, Freak Antoni, Mark Gardener dei Ride e tanti altri, oltre ovviamente a band del panorama locale che si sono fatte poi conoscere a livello nazionale e non solo come I Camillas, Beforest, Barbacans, Soviet Soviet e tanti altri. Soprattutto durante i primi anni, il locale era diventato un vero punto di riferimento, in grado di riempire la piazza fino a tarda notte, dove si potevano incontrare giovani, meno giovani, e anche qualche personalità importante che ogni tanto ci veniva a trovare. Non è stato semplice all’inizio perché la piazza era morta, poteva godere di un locale “storico” che durante il giorno e la settimana forniva il servizio ai fanesi e ai turisti, ma le domeniche o la sera dopo le 21, era deserta. Andando contro a sanzioni e, proteste per la musica, siamo andati avanti e insieme siamo riusciti a creare questo posto che, ancora oggi, grazie anche alla nuova gestione, Maria Flora, Paola e Billy tutti amici di Peppe, è un vero punto di riferimento per il centro storico e che soprattutto ha dato il via all’apertura di altri locali che oggi animano finalmente la piazza. Ovviamente abbiamo trascorso anche tantissime serate di solo divertimento, come quando andavamo a fare i dj in coppia in giro per la provincia. Ci facevamo chiamare Dj Taxi, perché ovviamente non prendevamo mai la macchina e tornavamo a casa in taxi, praticamente il nostro guadagno delle serate lo buttavamo tutto negli spostamenti. Quello che mi manca di Peppe, sembrerà banale, ma è proprio la sua persona, il fatto di alzare la serranda del bar insieme e partire con le nostre grandi chiacchierate, le idee e l’entusiasmo con il quale abbiamo percorso insieme diversi anni della nostra vita”. Cinque anni senza Peppe si sentono, per fortuna ci ha lasciato tanto per ricordarlo e per far si che sia davvero come se fosse ancora qui con noi.