Fano (PU) – E’ stata una maggioranza ad alta tensione quella che è andata in scena ieri per fare chiarezza sull’assunzione di Daniela D’Agata nella segreteria di presidenza di Aset. Si dice che il clima sia stato talmente caldo che ad un certo punto si è arrivati anche alle offese personali. La discussione ha interessato principalmente due fazioni, da una parte alcuni esponenti del Pd e dall’altra il capogruppo di Noi Città Ricardo Severi, colui che aveva richiesto la riunione. Alla fine il confronto è servito a ben poco visto che questa mattina le due liste civiche che fanno capo al sindaco, Noi Città e Noi Giovani, hanno inviato un comunicato stampa ribandendo ancora una volta “l’inopportunità della scelta” prima di punzecchiare la presidente di Aset Spa Lucia Capodagli: “la invitiamo, tramite il suo partito, ad accelerare il percorso per la fusione, senza ulteriori intoppi, per poi aprire con la nuova Aset un nuovo percorso, anche rappresentativo”. Ma le tensioni, in maggioranza, non riguardano solo l’assunzione in Aset della D’Agata. Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali si sta facendo sempre più pressante l’azione di coloro che ambiscono ad un posto al sole nel caso in cui il sindaco decidesse di allargare la giunta oppure propenda, notizia dell’ultima ora, in un rimpasto con “taglio” di un assessore. In quest’ultimo caso sembra che nella lista di coloro che potrebbero perdere le deleghe ci siano due donne. Per i nuovi ingressi si fanno i nomi di Francesco Torriani che aveva già ricevuto garanzie in questo senso qualche mese fa, Riccardo Severi e Rosetta Fulvi su cui però il sindaco pose il veto lo scorso anno. La Fulvi deve stare attenta perché se fino a qualche giorno fa si diceva che avesse la presidenza del Consiglio in tasca se Minarsi fosse stato eletto in Regione, ora deve guardarsi bene alle spalle perché uno tra Cristian Fanesi e Federico Perini potrebbero soffiarle il posto. Insomma, come era già successo nella giunta Aguzzi, chi sta all’opposizione non ha bisogno di lavorare più di tanto per mettere in difficoltà il governo della città.