Fano (PU) – Non tutti conoscono la storia della strada o della piazza in cui abitano. Oggi scopriamo chi era Michelangelo Lanci (via intitolata con delibera cons. del 18.3.1911, già contrada S. Arcangelo e via S. Arcangelo) abate (Fano 1779-Palestrina 1867) a cui è dedicata la via del centro storico dove si trova l’istituto Padalino.
Lanci era un filologo orientalista. Recatosi in Roma, dopo aver compiuto gli studi a Fano, si dedicò alle lingue orientali, riportandone laurea di magistero nella Ebraica, nella Siro-Caldaica e nell’Araba, che professò nell’Archiginnasio Romano a soli 28 anni, sostenendo ad un tempo il carico di interprete e di scrittore nella Biblioteca Vaticana. Viaggiò per la Germania, la Svizzera, l’Ungheria, la Polonia, la Russia, e la Francia, stringendo dovunque relazioni con archeologi e filosofi celebri.
Tornato in Roma, pubblicò vari lavori filologici ,fra i quali eccelle “La Sacra Scrittura illustrata” per monumenti Fenici Assiri ed Egiziani (Roma, 1827) che, tradotta in francese, percorse l’Europa e l’America. A Parigi (Dondey-Dupré, 1845) pubblicò una sua seconda opera biblica “Paralipomeni all’illustrazione della Sacra scrittura” e poi il “Trattato delle Simboliche rappresentanze arabiche” (Parigi, Dondey-Duprè, 1845). La terza ed ultima opera biblica: “Le simboliche vie dell’antico e del nuovo Testamento” rimase inedita.
Scrisse anche un “Trattato teorico-pratico del giuoco di dama” (Roma, 1837) e molte altre dotte opere filologiche, una traduzione dei “Salmi” (Fano, Lana, 1858), alcuni poemetti ed infiniti versi italiani di non molto valore. Nella via prospettano la facciata della chiesa di S. Arcangelo e l’annesso Convento, ora sede della scuola media G. Padalino. Furono costruiti nel sec. XV appartennero fino al 1860 alle Benedettine, anno in cui si trasferirono nel palazzo Alavolini ove rimasero fino al 1907, allorché acquistarono il convento di S. Domenico. Dopo il 1860 vi si insediarono i Fratelli delle Scuole Cristiane (Carissimi).
È interessante notare all’inizio della via l’absidiola di S. Mauro, avanzo di una chiesa del sec. XIII, che venne concessa alle Monache in quel secolo, quando si trasferirono in città dal Borgo di Brugneto fuori le mura.