Fano (PU) – Tra le arringhe finali per la corsa al voto c’è anche quella di Davide Rossi, candidato con La tua Fano, a sostegno di Lucia Tarsi. “Fano è economicamente ferma: una città che ha smarrito la sua anima e la sua vocazione – scrive in una nota Rossi -. Le città di successo sono contraddistinte dalla capacità di adattamento, dalla capacità di cogliere le tendenze globali più complesse e di sviluppare strategie di lungo termine. L’attuale governo di Fano non possiede nessuna di queste caratteristiche. Se diventerò consigliere comunale, lavorerò per recuperare questo deficit che ci penalizza, ad esempio, rispetto a Pesaro e Senigallia. Sarebbe utile e innovativo istituire un Consiglio Economico, cioè uno spazio messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale, in cui gli imprenditori, i professionisti e i lavoratori, quindi le forze economiche di questa città, si riuniscano con cadenza trimestrale per parlare dei problemi e delle iniziative che intendono portare avanti. Dovranno formulare proposte che l’Amministrazione Comunale, nell’ambito delle sue competenze urbanistiche, sociali, fiscali e burocratiche, si impegni ad agevolare. Penso quindi che sarebbe bene che la strategia dello sviluppo economico sia decisa dagli stessi operatori economici e che la Giunta la recepisca e la sostenga anche verso gli enti di livello superiore come la Regione. Abbiamo bisogno di un’Amministrazione che sia amica di chi vuol fare impresa, che defiscalizzi e abolisca la burocrazia comunale. Sogno una città che aiuti i fanesi di talento, ad esempio nella loro formazione. Proporrò, quindi, l’istituzione di un “Passaporto Educativo”, cioè la creazione di un Fondo che sostenga le spese di istruzione in prestigiose università italiane ed estere, dei giovani fanesi di talento. Sosteniamo i nostri giovani a formarsi anche all’estero per poi impiegarli nello sviluppo della città”.
“Pesaro ha già perso la sua Università – continua il candidato -, noi invece possiamo prevedere bandi per attrarre università estere a stabilire a Fano le loro sedi distaccate. Ho fatto un’esperienza professionale nell’ambito del commercio internazionale e mi sono reso conto che ci sono università di Paesi Europei ed extraeuropei che non soffrono di difficoltà finanziarie come le nostre. Anzi, alcune sono ricche di fondi e sarebbero interessate ad investire e ad associare il loro nome ad una città con la tradizione ed i resti archeologici romani come la nostra, in collaborazione con le università locali. In conclusione, diventiamo una città moderna, agile, sburocratizzata, dove la formazione, l’innovazione tecnologica e la voglia di fare impresa si sentano a casa”.