Fano (PU) – Si erano intascati oltre 250mila euro di finanziamenti europei, fatto pagamenti a fronte di prestazioni fittizie, alterato la contabilità per mettersi nei conti conrrenti personali un totale di oltre 5,6milioni di euro. La Guardia di Finanza di Pesaro ha eseguito 2 misure cautelari e previsto il divieto di esercitare attività imprenditoriali ed al sequestro di beni per duecentocinquantamila euro nei confronti di 2 amministratori di una società di Fano operante nel settore della costruzione di imbarcazioni da diporto, dichiarata fallita nell’anno 2012.
Le indagini, sviluppate dal Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, hanno consentito di ricostruire le vicende societarie della fallita e di individuare le responsabilità degli amministratori i quali hanno distratto il patrimonio della società per un ammontare complessivo di 5.6 milioni di euro.
Le azioni distrattive sono avvenute con alterazioni della contabilità e dei bilanci nonché con pagamenti a fronte di prestazioni fittizie verso ulteriori società sempre riconducibili agli indagati. Anche i beni strumentali della società fallita, per un valore complessivo di oltre 1,4 milioni di euro, venivano ceduti a terze società, di fatto gestite dai medesimi amministratori. Nel corso delle indagini è stata inoltre accertata la distrazione fraudolenta, operata dai medesimi soggetti, di un finanziamento europeo di euro 253.554,60 concesso nel 2010 dalla Provincia di Pesaro e Urbino alla società fallita in quanto aggiudicataria di un progetto comunitario per la costruzione di un prototipo di imbarcazione con l’utilizzo di materiale di riciclo; tale finanziamento, come accertato dalla Fiamme Gialle non è stato utilizzato per la costruzione dell’imbarcazione, peraltro mai realizzata, ma è confluito nei conti correnti delle persone indagate.
Si è altresì proceduto al sequestro dei beni personali degli indagati sino all’ammontare del valore del contributo comunitario indebitamente percepito. I provvedimenti hanno interessato in particolare una villa di pregio in San Costanzo (PU) e disponibilità bancarie per oltre 128mila euro. Gli indagati sono stati denunciati per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, nonché per truffa aggravata e riciclaggio, e non potranno esercitare attività imprenditoriali per la durata di un anno.