Fano (PU) – Sabato alle 9.30, al Centro Pastorale diocesano di Fano, si terrà l’ormai tradizionale incontro del Vescovo, Mons. Armando Trasarti, con gli operatori sociali ed economici. Il tema affrontato quest’anno è il lavoro, prima grande emergenza nazionale, specie se riguarda i giovani. Ma questo tema sarà declinato nel collegamento con il territorio.
Afferma Mons. Trasarti: “Siamo infatti convinti che ogni territorio ha le sue peculiarità che possono dare origine a tipi e modalità di lavoro diversi. Questa legame va riscoperto e valorizzato insieme a tutte le altre componenti che contribuiscono a creare un lavoro dignitoso. Il territorio inoltre, se adeguatamente coinvolto, può supportare in maniera più efficace le reti pubbliche di protezione sociale per chi ha perso il lavoro, che altrimenti rischiano di essere solo strumenti formali e difficilmente applicabili.Ma andando ancor più in profondità, si può anche affermare che il lavoro nasce come frutto di una specifica vocazione di un territorio, perché ogni territorio ha una vocazione unica e diversa da tutti gli altri, legata alla sua conformazione geografica, naturalistica, ma anche storica e culturale, che rappresenta da sempre un prezioso bene immateriale.”
Ospite della mattinata sarà il prof. Leonardo Becchetti, economista, editorialista di Avvenire, e professore di economia all’Università Roma Tre di Tor Vergata.Anche al prof. Becchetti il tema della peculiarità dei territori sta particolarmente a cuore. Sono note infatti le sue tesi, in cui da sempre sostiene che: “L’eterogeneità di capitale sociale (collaborazione, fiducia, senso civico, fiducia nelle istituzioni, disponibilità a pagare per i beni pubblici) ha radici storiche ed è ben visibile sin dai tempi della nascita dei comuni e dal periodo in cui in Europa vanno formandosi gli stati nazionali. In quel periodo il nostro Paese è diviso in tanti piccoli stati con caratteristiche profondamente diverse in termini di qualità di amministrazione e dinamismo dei cittadini.
Arrivando ai giorni nostri, è ancora possibile vedere la diversità dei livelli di fiducia e di consapevolezza nell’appartenenza ad un territorio. Una buona cartina di tornasole è verificare il numero dei donatori di sangue, dei volontari e dei membri delle varie associazioni e realtà non profit. A tutto ciò si sono aggiunti negli anni questioni economiche e monetarie, ma anche costruzioni di infrastrutture logistiche e sociali, che hanno ampliato e diversificato il livello di benessere tra un territorio e l’altro.Questo è il momento in cui il “genius loci” di un territorio diventa pertanto, anche in una economia globalizzata, un fattore competitivo fondamentale, non delocalizzabile e che va valorizzato. Siamo ricchi di storia, cultura, biodiversità naturale, patrimonio artistico e religioso diversi da territorio a territorio. Oggi servono elementi che si pongono come “acceleratori sociali”, cioè che stimolino tutti a fare più sistema.”