A Fano continua a far parlare l’azzardo. Nonostante il regolamento comunale e la recente legge regionale i dati sulla dipendenza non sono tra i migliori.
Recentemente si sono incontrati i responsabili del Servizio per Dipendenze Patologiche di Marche Nord che copre Pesaro, Urbino, Fossombrone e Fano.
I dati relativi al territorio regionale in merito alle dipendenze seguite nel 2016 sono importanti, ci sarebbero stati non meno di 1879 le persone seguite dal Servizio Sanitario di cui 647 sono in carico all’ambulatorio per consumo di eroina, 396 per alcol, 195 per cocaina, 245 per cannabinoidi e 98 per il gioco d’azzardo.
Risulta essere diminuita la dipendenza da cocaina ma pare sia in aumento quella dovuta ai farmaci usati in modo scorretto mentre il gioco d’azzardo resta comunque un punto importante da tenere sotto osservazione.
Intanto a circa un anno dall’attuazione del regolamento comunale contro il gioco d’azzardo tante cose sono cambiate, si è registrato a Fano un rispetto assoluto delle norme imposte ed è così che giocare in spazi fisici diventa sempre più complesso.
Cresce invece il gioco virtuale, quello da device, meglio se mobile: impazza in città l’utilizzo di casino planet.
Quelle virtuali sembrano essere le soluzioni più gradite dalla giovane generazione che, a dispetto di quello che si pensa riesce ad essere consapevole e a porti limiti di tempo di permanenza importanti, non spende e non cade nel vizio così potrebbe parere dalle prime indagini.
Invece per quanto concerne il giocatore tipico il profilo è differente: i tratti sono stati resi noti in un convegno tenutosi proprio in città. A delineare il giocatore d’azzardo tipico è stato il Conagga (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo una associazione che da anni si occupa anche della fenomenologia del GAP.
Si tratta di un uomo intorno ai 45 anni massimo 50, sposato, possibilmente con una storia di convivenza difficile ed una relazione amorosa fragile, un figlio, intorno ai 15 anni, un lavoro da dipendente malpagato ed una situazione economica molto precaria.
Psicologia fragile, equilibri delicati quelli di un giocatore d’azzardo con tendenza a diventare compulsivo.
La realtà diventa sempre più opprimente per tanti e cercare uno sfogo in quello che dovrebbe essere una sorta di gioco a premi diventa sempre più impellente: i sogni facili però non si realizzano e sopratutto non vengono regalati dal payout di una macchinetta slot.
In città la patologia del gioco d’azzardo è una realtà diffusa anche se comunque è combattuta su tutti i fronti, persino la chiesa ed il Vescovo non lesinano interventi forti per poter contrastare la malapiaga del GAP, quel che serve è una maggiore attenzione, sempre in crescita, verso le dipendenze ma anche azioni concrete e propedeutiche che iniziano a dare frutti costanti nella società.