Festa Pesaro, applausi e tanto pubblico per Gentiloni (GUARDA LE FOTO)
- 29 Agosto 2018
Pesaro (PU) – Il Partito Democratico, almeno a Pesaro, gode di buona salute. Se qualcuno nutriva dubbi sulla risposta dei pesaresi ad una nuova kermesse democratica, dopo il voto del 4 marzo, ha certamente rivisto le proprie idee. Sia lunedì con Minniti, sia martedì con Gentiloni, si è vista un’area dibattiti in piazzale Collenuccio davvero gremita, con tanta gente e altrettanti applausi.
Paolo Gentiloni, intervistato dal neo direttore del Tg4 Gerardo Greco, ha mostrato un’interesse, ed una preoccupazione, particolari per la questione sicurezza, intesa non come una minaccia esterma, bensì come un atteggiamento destabilizzante operato dall’attuale Esecutivo, con in testa il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Salvini ha fatto campagna elettorale per anni, e la fa tuttora da ministro dell’Interno, puntando in maniera propagandistica sulla paura nei confronti del vicino. A me tutto ciò preoccupa, non perché temo chi vive al di là del mare, ma perché è un atteggiamento fortemente destabilizzante per il Paese. Del resto, abbiamo visto proprio oggi chi è il riferimento per questo govero in Europa: Viktor Orban, il premier ungherese, colui che fonda tutta la propria azione politica sostenenendo che l’Europa non serve. Come possiamo stare tranquilli con una situazione del genere?”. L’ex premier è poi entrato nei dettagli: “Riflettendo, capiamo meglio qual è la strategia di questo governo, a cominciare da Salvini: trasformare attraverso un uso sapiente dei media, la questione migranti in perenne emergenza. Il tutto per lucrare voti. Questo produce instabilità, e può essere foriero di una guerra sociale”. Ancora: “Se fai il ministro dell’Interno, innanzitutto ogni tanto dovresti stare al Viminale a lavorare, e poi devi preoccuparti di instillare un senso di sicurezza al Paese. Non puoi fare azioni di destabilizzazione, peraltro quotidianamente”. Sul PD: “Se devo evidenziare un errore che ha commesso il PD è stato sottovalutare l’azione propagandistica anti-migranti che in particolare la Lega ha preparato per anni. Questa propaganda è entrata nelle viscere del Paese, ed è esplosa il 4 marzo. Penso che l’abbiamo capito, e ci è servito da lezione. Adesso dobbiamo ripartire, consapevoli che comunque siamo stati protagonisti di una grande stagione di governo, nella quale abbiamo aiutato l’Italia a risalire la china. Ovviamente con l’aiuto di tantissimi italiani”. Sul medio-lungo periodo: “L’agenda che dobbiamo indicare a questo governo, come forza di opposizione, prevede di puntare sulla qualità del lavoro e sulla riduzione delle disuguaglianze. Negli ultimi anni l’economia ha vissuto una ripresa, in tutta Europa e soprattutto negli Stati Uniti, ma le disuguaglianze sono cresciute, in tutto il mondo. Questo è drammatico”.
Nel pomeriggio, sempre in piazzale Collenuccio, la conversazione su “La città solidale”, con Ivano Dionigi (direttore di Alma Laurea ed ex rettore dell’Università di Bologna) e gli assessori Luca Bartolucci, Sara Mengucci e Giuliana Ceccarelli, ha visto la partecipazione di tanti pesaresi, molti dei quali impegnati a vario titolo nel sociale. Il giornalista Alberto Pancrazi, moderando l’incontro, ha innanzitutto ricordato la figura di don Gianfranco Gaudiano, scomparso 25 anni fa dopo una vita completamente dedicata al prossimo: “Dobbiamo riconoscere e ricordare che tante esperienze di welfare a Pesaro sono partite grazie all’azione profetica di don Gaudiano. Ma oggi, come sta la città?”.
Gli ha risposto Sara Mengucci, assessore alla Solidarietà: “Pur non avendo competenze dirette, abbiamo lavorato molto sulle politiche del lavoro, collaborando con il Centro per l’Impiego attraverso la creazione e l’erogazione di un bel numero di tirocini formativi. Adesso dobbiamo spingere l’accelleratore a fondo sulle politiche di prevenzione, a stretto contatto con il ramo sanitario, perché ad esempio l’azzardo è qualcosa di ormai troppo radicato”.
Luca Bartolucci, assessore al Dialogo, ha mirato un tema secondo lui oggi poco discusso: “Leggo che in tanti si preoccupano dei migranti, ma la vera emergenza nel nostro Paese, e purtroppo anche a Pesaro, è rappresentata dal consumo di droga, purtroppo anche da parte dei giovanissimi. Lì bisogna intervenire in maniera energica”. Sul volontariato: “Pesaro ha un tessuto di associazioni di volontariato davvero ricco – prosegue Bartolucci -. Solo nel 2017, 190 iniziative promosse dal volontariato hanno ricevuto la collaborazione, a vari livelli, da parte del Comune. Ma il volontariato non va sfruttato come intermediario, ma valorizzato come risorsa”.
Giuliana Ceccarelli, assessore alla Crescita, ha coniugato educazione e sociale: “Cerchiamo di promuovere la cultura della solidarietà, con un’azione che potrei definire maieutica, ovvero di accompagnamento quasi materno dei nostri giovani lungo tutto il percorso scolastico, con iniziative, esperienze, testimonianze. I nostri giovani devono conoscere le tante buone prassi che ogni giorno fanno vivere e arricchiscono Pesaro. Noi abbiamo fatto un bel lavoro sulla Costituzione, poi ci siamo impegnati sulla promozione e diffusione delle esperienze di alternanza scuola/lavoro. Solo per citare due iniziative importanti”.
Infine Ivano Dionigi, a lungo applaudito anche per la convinzione e la preoccupazione con la quale ha espresso le proprie idee: “In un mondo così cambiato, ed ancora in forte mutamento, possiamo ancora affermare, con tutta sicurezza, che i giovani possono cercare risposte nella famiglia? Ahimé, direi di no. La scuola, invece, è l’agenzia educativa oggi insostituibile, che accompagna la crescita di un giovane. Un governo saggio investe sulla scuola, paga bene gli insegnanti, si preoccupa che le scuole stiano aperte, ogni giorno, più a lungo possibile. Ho amici nel mondo dell’università, in particolare al sud: mi dicono che, se non ci fossero le scuole, non ci sarebbe alcun argine al dilagare della malavita”. Poi, facendo una ricognizione storica: “La mia generazione, che oggi ha settant’anni, è vissuta sapendo che, all’indomani del diploma o della laurea, c’era un lavoro sicuro che avrebbe consentito una vita certamente migliore di quella dei propri genitori. Adesso non è più così, i giovani trovano lavoro, quelli più fortunati, nell’arco di tre/cinque anni dalla laurea. E sono lavori precari, a partita iva, sottopagati. Questa situazione drammatica si porta dietro la cultura del selfie: io mi ritraggo continuamente, perché la società non mi riconosce, e quindi io provo a riconoscermi, con le tecnologie di cui dispongo. Riflettiamoci”.
Per consultare il programma digitare www.festapesaro.it. Dirette social dai dibattiti e dai luoghi della festa tutti i giorni, su Facebook, Twitter ed Instagram.
Foto Luca Toni