Pesaro (PU) – Aprivano ditte, non pagavano le tasse, e dopo tre anni le chiudevano con il fine ultimo di sottrarsi ai controlli dell’amministrazione finanziaria. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro ha concluso l’operazione “Speedy Chinese” (condotta dai finanzieri della Compagnia di Urbino) che ha portato all’esecuzione a 4 misure cautelari in carcere e al sequestro di beni per 3,7 milioni di euro.
L’operazione, avviata nel 2015 a seguito di una verifica fiscale svolta nei
confronti di una ditta individuale gestita da un soggetto cinese, aveva portato le Fiamme Gialle a rilevare gravi irregolarità fiscali nonché violazioni alle norme antinfortunistiche sui posti di lavoro in relazione alle quali era stato effettuato il sequestro preventivo di un capannone aziendale.
Veniva così dato corso a una serie di attività ispettive che hanno portato a smascherare un articolato sistema di evasione fiscale attuato nel
settore tessile pesarese e conosciuto come sistema “apri e chiudi”.
I soggetti, tutti di etnia cinese, facenti parte di due distinte associazioni delinquenziali, gestivano ditte intestate a dei prestanomi e dopo aver operato per due o tre anni in totale evasione di imposte, venivano poste in chiusura per attuare un vero e proprio avvicendamento aziendale, con il fine ultimo di sottrarsi ai controlli dell’Amministrazione finanziaria.
Il bilancio complessivo, al termine delle attività investigative, annovera il
coinvolgimento di 38 soggetti, indagati, a vario titolo, per gravi delitti fiscali
(quali l’omessa dichiarazione, l’occultamento o distruzione di scritture contabili, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte), di cui 6 imputati anche per associazione per delinquere.
Il meccanismo evasivo ha consentito alle due “bande” di nascondere al Fisco – dal 2011 al 2019 – ricavi effettivi per oltre 18 milioni di euro, con un’evasione delle imposte accertata di oltre 3.700.000 euro. Inoltre, nell’ambito delle diverse attività ispettive, sono stati individuati 5 lavoratori “in nero” e 68 lavoratori “irregolari”.
Tra i beni sequestrati dalle Fiamme Gialle non sono mancate autovetture di
pregio, allo stato utilizzate dal Corpo per lo svolgimento dei servizi istituzionali.
L’operazione, da inserire nella più ampia cornice dell’azione di contrasto della Guardia di Finanza all’illegalità economica e finanziaria, ha arginato un insidioso sistema di evasione fiscale particolarmente nocivo per le imprese sane operanti nel distretto industriale della provincia.