Fano (PU) – Lieto fine per la vicenda del Tartan e del Bonfai X che venerdì scorso hanno subito un furto di svariate migliaia di euro e soprattutto delle licenze necessarie all’attività di pesca. Le due imbarcazioni, ormeggiate nella banchina 13 della darsena del Porto di Fano sono state assaltate da 4 individui i quali hanno rubato radar, scandagli computer per un valore di circa 30mila euro e tutta la documentazione dei due natanti. L’appello del comandante del Tartan, Mauro Vergoni che, tramite il nostro giornale ha chiesto: “Ridateci almeno i documenti, senza di quelli non possiamo andare in mare per lavorare”, è andato a buon fine. Lo stesso comandante e l’armatore delle due imbarcazioni, Antonio Gaudenzi sono stati infatti contattati tramite Facebook da una donna, H.O. le sue iniziali, di origine moldava. La donna ha poi dato appuntamento ai 2 nel quale ha consegnato il borsone in questione contenente tutta la documentazione sottratta dal Tartan. Il giorno successivo, H.O. assieme al fratello minore e a suoi 3 amici, si sono presentati alla darsena e hanno restituito anche tutta la strumentazione rubata. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Fano che nel frattempo stavano monitorando e pedinando i soggetti in questione, i quali hanno identificato i responsabili del furto ossia: Z.R. Classe 1996, fratello di H.O.; G.S. e Cv amici, rispettivamente del 1996 e del 1998. Dalle indagini successive è stato identificato anche C.G. classe 1999 residente a Fano. Dalla ricostruzione raccontata dalla donna ai carabinieri è emerso che quest’ultima fosse all’oscuro di tutto. Dopo aver notato oggetti strani all’interno della propria auto, H.O. ha chiesto spiegazioni al fratello e all’amico, ottenendo risposte contrastanti. Insospettita dall’atteggiamento dei 2 la donna è entrata nella loro stanza dove ha trovato i documenti del Tartan. Da li ha poi contattato il comandante e l’armatore per riconsegnare tutto. I giovani hanno poi ammesso le proprie responsabilità sostenendo di essere stati sotto l’effetto dell’alcol e si sono offerti di lavorare gratis sul motopesca come risarcimento per i danni e la strumentazione mancante. Per loro è scattata la denuncia alla procura della Repubblica di Pesaro e Urbino ed alla procura per Minorenni di Ancona.