Pesaro (PU) – Era stato il suo tecnico informatico e per questo, una donna di Pesaro, una volta che l’uomo accompagnato da un amico, si è presentato nuovamente sotto la sua abitazione, non ha esitato a farlo salire in casa. Peccato però che una volta dentro, i due, dopo aver distratto la donna, hanno aperto il portone ad un terzo individuo con l’intento di rubare tutti i preziosi all’interno dell’abitazione. È successo il 25 maggio a Pesaro dove, intorno alle 12, Davide Pikula di nazionalità polacca e Adja Sedat, montenegrino, entrambi sulla 30ina, con una scusa sono riusciti a salire all’interno dell’abitazione della donna sopracitata. Una volta dentro Sedat ha iniziato un’intensa discussione con la vittima, permettendo a Pikula di allontanarsi un momento dalla stanza ed aprire la porta di casa a Raouf Mourad, un terzo complice che aveva il compito di arraffare quanta più roba possibile. Dopo qualche minuto, la donna ha iniziato ad insospettirsi. Dubbi confermati a seguito di un rapido controllo della casa: dopo essere andata nella stanza a fianco, la signora ha incrociato Mourad, il quale, con le mani ancora piene di gioielli e preziosi, si è dato alla fuga. Immediata la chiamata alla sala operativa del 113 la quale in pochi minuti, ha inviato una volante nell’abitazione della donna. Bloccati i due individui all’interno dell’appartamento e successivamente portati in questura, nello stesso momento, due agenti della squadra mobile che si trovavano nei pressi dell’abitazione in un servizio per la prevenzione dei reati contro il patrimonio, hanno iniziato le ricerche del fuggitivo. Il ladro è stato rintracciato poco lontano, assieme ad un quarto uomo, Robert Adja, risultato essere il fratello di Sedat. Condotti anche loro in questura, i 4 sono stati messi di fronte ad una serie di evidenze, tra le quali il bottino consistente in gioielli ed orologi per un valore di 70mila euro, nonché attrezzi da scasso, fra i quali un rampino per scalare i balconi, rinvenuti all’interno di una Mercedes. Dopo essersi giustificati con storie inverosimili, piene di contraddizioni, i 4 hanno confessato. I ladri sono stati arrestati e sottoposti a giudizio con rito direttissimo, condannati a pene da un anno e un anno e 6 mesi di reclusione. La refurtiva, interamente recuperata, è stata riconsegnata alla legittima proprietaria.