Fano (PU) – I nostalgici, romantici e amanti dell’archeologia si mettano l’anima in pace: gli ultimi ritrovamenti al Pincio non rimarranno visibili ancora per molto tempo.
La decisione, seppur sofferta, è stata comunicata oggi da amministrazione comunale e soprintendenza: “Le strutture rinvenute ultimamente relative a cunicoli e piani stradali – ha spiegato la dottoressa Maria Raffaella Ciuccarelli – sono estremamente fragili e non è facile intervenire con opere di consolidamento. Lasciando gli scavi aperti, il primo problema che verrebbe a crearsi è la crescita incontrollata della vegetazione”.
Scartata anche l’ipotesi, seppur suggestiva, di una copertura in vetro con conseguente illuminazione: “Non essendo in un luogo chiuso – spiega ancora Ciuccarelli – una ‘vetrata’ provocherebbe condensa e significherebbe aperture continue per la manutenzione, cosa anche questa da evitare”.
Ovviamente, nessuno ha intenzione di “tombare” in via definitiva il tutto ma la soluzione migliore al momento appare quella di richiudere con un sistema non definitivo e nel frattempo studiare un progetto più articolato che possa valorizzare gli ultimi ritrovamenti senza ledere l’immagine di ciò che è in superficie e senza creare disagi ai cittadini in quanto la zona del Pincio è una zona di passaggio e abitativa. Cittadini che sono stati elogiati dalla stessa soprintendente che ha evidenziato, insieme alle archeologhe Laura Cerri e Laura Invernizzi, il gran successo alle visite guidate, partecipate da oltre 1.700 persone. Le stesse archeologhe hanno fatto poi un report degli ultimi ritrovamenti, riguardanti nello specifico un forno per la cottura del pane scoperto nei pressi della statua di Ottaviano Augusto risalente a fine ‘800 e ai cunicoli emersi nei pressi di Porta Maggiore. In questo caso, per vederci più a fondo (mai proverbio fu più azzeccato) è stato utilizzato un robot telecomandato messo a disposizione da Aset che ha “sconfessato” la prima ipotesi delle archeologhe.
I due cunicoli, infatti, alti circa 3 metri, non servivano come via di fuga per scappare dalla città alla campagna ma conduconona degli ambienti sotterranei conservati di epoca malatestiana che molto probabilmente fungevano da alloggio per l’artiglieria e che presto saranno oggetto di ulteriori approfondimenti grazie anche all’impiego di speleologi. Sempre nei pressi di Porta Maggiore infine, sono stati rinvenuti ben 6 piani stradali di epoca medievale con tanto di buche dove si ergeva l’impalcatura montata per costruire la Porta.
“Il 24 marzo inaugureremo la nuova veste del Pincio – si è lasciato sfuggire il sindaco Seri in conclusione -. E’ stata fatta una scelta, quella cioè di valorizzare la bellezza di un luogo che è diventato una nuova piazza cittadina. Chi sicuramente ora protesterà per la copertura degli scavi, avrebbe protestato anche se gli avessimo lasciati aperti non appena ci sarebbero stati problemi di manutenzione o ordine pubblico”.