Fano (PU) – – Un maggio così freddo e piovoso non si ricorda tanto facilmente e molto probabilmente occorrerà aspettare diversi anni prima che si riverifichi. Piccola e amara consolazione questa per bagnini e gestori di locali sul lungomare, soprattutto quelli della zona Arzilla, che da ieri stanno per l’ennesima volta affrontando “l’incubo” del mancato collegamento con il Lido.
Il guado provvisorio, infatti, dopo le due allerta meteo diramate dalla Regione Marche per il 29 e 30 maggio è tenuto sotto osservazione dalla Protezione Civile e da ieri sera è stato nuovamente chiuso per una questione di sicurezza. Da questa mattina è una vera e propria corsa contro il tempo per ripristinare il guado e permettere così ai locali di tenere regolarmente aperto questa sera, cosa impensabile fino al primo pomeriggio e che invece si sta rivelando molto più di una speranza. Attraverso un comunicato infatti, i gestori di Chalet del Mar e Baretto avevano ufficializzato la chiusura salvo poi “ripensarci” e rimandare al tardo pomeriggio qualsiasi decisione.
A prescindere da come evolverà la giornata, quello che tutti si augurano è che il ponte nuovo arrivi presto. “La ditta – ci dicono dall’assessorato ai lavori pubblici – ha già fatto i rilievi e una volta pronto (per contratto la ditta ha 45 giorni di tempo a partire dal 7 maggio, ndr) il ponte potrà essere posato. Stiamo facendo tutto il possibile per quanto concerne le nostre competenze, ovvero stiamo ripristinando il guado questa volta anche con materiale inerte proveniente da cava e non solo con sabbia e stiamo sollecitando la Regione affinché il ponte definitivo sia pronto il prima possibile”.
Come nei casi precedenti, la chiusura del guado è oggetto di attacchi politici. “Non avevamo dubbi – scrive Stefano Pollegioni di Nuova Fano – anche un bambino avrebbe capito che un ennesimo rattoppamento non poteva andare a buon fine. E’ un danno economico enorme per le attività dell’Arzilla e un danno economico per i cittadini che, a causa di amministratori incompetenti, ad oggi hanno pagato decine di migliaia di euro di soldi pubblici per costruire una casa sulla sabbia. Ad oggi, se non sbaglio, è la terza volta che si torna a vedere lo stesso film e ancora oggi i cittadini firmeranno l’ennesimo assegno dell’incapacità in attesa di un ponte nuovo che per ora è solo una mera promessa elettorale”.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, dall’assessorato assicurano che i grossi tubi hanno tenuto e che la causa del cedimento è da imputare solamente alla gran quantità di pioggia caduta che ha eroso la sabbia.