Sono in molti a pensarla così e già sul finire del 2016 tutti i segnali avevano lasciato intendere questo. Si parla di tendenze del mercato e di interesse dei consumatori; che sembra più che mai orientato verso il mercato delle valute estere, ovvero il Forex.
Per la precisione, si parla qui di maggiore interesse da parte degli utenti, non certo di consigli per gli investitori: anche perché c’è un fatto curioso che va a far da cornice a quanto fin qui affermato.
Paradossalmente proprio il 2017 si è aperto nell’incertezza più totale in riferimento ai tassi di cambio delle varie valute: ovviamente a portare incertezza è soprattutto il dollaro, in preda agli umori del neo presidente Usa Donald Trump che continua, con le sue dichiarazioni e con decisioni sempre piuttosto colorite, a creare incertezza sui mercati.
Per restare sul mese di gennaio appena finito, ad esempio, il dollaro Usa ha fatto registrare un calo piuttosto marcato al punto che quello del 2017 passerà alla storia come il peggior gennaio degli ultimi 30 anni per l’andamento del dollaro.
Tutto questo è legato a doppio filo con chi decide di investire nel mercato del Forex, dato che si parla proprio del mercato nel quale avviene la compravendita di coppie di valute estere.
Ed allora gli addetti ai lavori che indicano il 2017 come l’anno del Forex si riferiscono ovviamente alla crescita di interesse da parte degli utenti. In sostanza sempre più trader potrebbero entrare a far parte della grande famiglia del Forex, che già oggi lascia registrare numeri di una certa consistenza.
Ma l’incertezza che regna a livello politico va inevitabilmente ad abbattersi su questo mercato, come la vicenda degli Usa ci insegna. E ciò malgrado le dichiarazioni, piuttosto importanti, che in queste ora ha rilasciato il Primo Ministro del Giappone, Abe, che ha affermato come “il mercato delle valute, non è una questione di cui i capi di Stato dovrebbero discutere”.
In sostanza secondo Abe il Forex dovrebbe restare fuori dall’agenda politica negli incontri tra i vari leader.
Ma anche tale dichiarazione di intenti non si scontra minimamente con quanto detto sopra; perché la politica mondiale va ad influire indirettamente sul mercato del Forex. In sostanza, non c’è bisogno che due leader mondiali si diano appuntamento ufficiale per discutere di valute estere e cambi.
Basta anche che un politico di rilievo faccia una dichiarazione piuttosto netta e pesante (vedi Trump) o metta in atto un provvedimento anche non direttamente legato alla valuta nazionale per creare scossoni immediati sul mercato del Forex.
Ed allora se è vero che il 2017 sarà l’anno del Forex e che sempre più utenti si lasceranno tentare, sarà necessario riporre una grande attenzione alle dinamiche politiche mondiali che si stanno iniziando a muovere.