La presenza di orti pubblici a disposizione sopratutto di persone anziane è un’esperienza ormai diffusa e collaudata nell’intero territorio di Fano. Nata intorno agli anni ottanta nel nostro Comune, non solo ha consentito un’attività di coltivazione di prodotti della terra a persone che durante la loro esistenza avevano svolto ben altri lavori, ma pure ha consentito a singoli e famiglie la soddisfazione di consumi di verdure e frutta ottenute con una sana e controllata produzione. Va aggiunto, poi che, attorno agli orti comunali, sono nati rapporti di amicizia e di frequentazione ed anche iniziative associazionistiche veramente “fertili”. Abbiamo visto così che, in seguito, ai piccoli appezzamenti ordinati e recintati si sono affiancati spesso spazi comuni ed attrezzati, come segno di collaborazione e di cura dei fruitori, luoghi diventati sede di iniziative culturali e per il tempo libero.
Un esempio di questo tipo lo troviamo in un’ampia area comunale presso la località Bellocchi, dove è nata qualche anno fa l’Associazione culturale “Verde Vivo”, Via Einstein 5, entità aderente all’associazione ANCeSCAO.
Ampio parcheggio, ricca alberatura, una casa colonica ben conservata, più locali tecnici attorno ai numerosi orti coltivati, una grande voliera, pozzi per l’irrigazione, sono a disposizione di chi voglia avviare una divertente ed ecologicamente utile attività di coltivazione ed allevamento all’interno dell’Associazione; ma, come dicevamo, ad esempio pure per altre realtà, vi si trova anche una capace attrezzatura per manifestazioni all’aperto, sia di carattere conviviale, sia per spettacoli teatrali e cinematografici.
Ma c’è un altro progetto, certamente importante, che è nato da qualche tempo nella volontà organizzativa e di coesione sociale degli aderenti a “Verde Vivo”.
In una città come Fano, che presenta per fortuna, grazie alla sensibilità della popolazione e delle amministrazioni succedute, numerosi istituti e servizi per le persone svantaggiate o diversamente abili, i ”verdeviviani” stanno approntando uno spazio apposito, proprio all’entrata del complesso, con orti opportunamente pensati ed organizzati, per chi, con accorgimenti strumentali e particolari tecniche di coltivazione (definite “sinergiche”), può come tutti gli altri diventare un coltivatore di orto. Le caratteristiche descritte della tenuta collettiva, poi, in cui il volontariato può raggiungere risultati di grande decoro estetico senza dimenticare slanci di solidarietà, potrebbero favorire una preziosa integrazione con l’insieme delle attività che vi si svolgono.
Importante, tuttavia, è conoscere e far conoscere simili iniziative e, sopratutto, fare in modo che altre benemerite associazioni che intervengono nel settore possano collaborarvi fattivamente per tenere più alto ancora il livello dell’integrazione.
Per questo obiettivo i tesserati di “Verde Vivo” stanno dimostrando una concreta disponibilità.