Saltara (PU) – Non tergiversa e indica la rotta da seguire il sindaco di Saltara Claudio Uguccioni che ritiene la fusione tra i comuni dell’Unione della Valle del Metauro un’operazione da farsi. Non lo ripete una, ma due volte senza che i fraintendimenti possano minare il senso del concetto: “La fusione va fatta – dichiara Ucuccioni -. Questa è la strada per il futuro, altre non ce ne sono. Il punto focale su cui si regge tutto il ragionamento è che, mettendo insieme i servizi, si possono avere dei risparmi in virtù delle economie di scala. In questo momento abbiamo delle grandi difficoltà causate dalla rigidità del patto di stabilità e dai minori trasferimenti dallo stato”. Nell’inchiesta che abbiamo fatto tra i cittadini di Saltara (la foto di apertura è stata tratta da www.museodelbali.it), la maggior parte degli intervistati ha palesato i dubbi su questa fusione perché, a loro giudizio, verrebbe meno l’identità territoriale. “A loro dico che l’identità territoriale non si perde – ribatte Uguccioni -. Ci sarà un percorso partecipativo che farà esprimere tutti in considerazione della grande delle opportunità che ci sarebbero. Del resto i punti di contatto che legano Saltara, Serrungarina, Montemaggiore e Cartoceto sono diversi, tra cui la contiguità delle aree industriali che hanno, quindi le stesse necessità. La viabilità, le comunità e le attività si interse-cano senza punti di rottura: questo ci deve far capire che la progettazione di natura economica, sociale e culturale, muovendosi sugli stessi binari, facilita il lavoro”. Seri aveva buttato l’occhio a Cartoceto, ma Uguccioni tronca subito ogni tipo di discorso: “Sarebbe troppo complicata questa idea. Se andassimo con Fano scompariremmo, perdendo ogni tipo di autonomia come sta facendo Mombaroccio. Loro non stanno portando avanti una fusione bensì una incorporazione. Sia chiaro che Ricci assorbe Mombaroccio che diventerà una semplice frazione. Noi invece andiamo a creare una soggetto comunale nuovo in tutto che, nella sostanza, diventerà il terzo comune della Provincia di Pesaro Urbino avendo 20.000 abitanti. In pratica perderebbero importan-za Urbino e Mondolfo. Pertanto, sono evidenti le ricadute che ci sarebbero anche sul pianto del protagonismo e del ruolo ricoperto”.