Fano (PU) – “Curioso che il M5S, che è stato sempre contrario alla fusione di ASET con Marche Multiservizi – fusione che però concretamente in questi anni è stata la sinistra e non i grillini a impedire – voglia oggi trasferire la gestione dei tributi alla pesarese ASPES, tenuto conto che questo significherebbe di fatto spostare il cuore della gestione del bilancio del Comune di Fano nelle mani del Comune di Pesaro. E’ una proposta legittima, ma non molto avveduta per una città che invece ha bisogno di rafforzare la sua autonomia politica e amministrativa”. La lista Civica InComune interviene sulla questione tributi.
“Fa sorridere invece – continuano da InComune – il richiamo che ci rivolge la Lega alla coerenza con i valori della sinistra, considerata anche l’imbarazzante disinvoltura con la quale qualche loro esponente locale è passato dalla Leopolda a Pontida. Noi ribadiamo quello che abbiamo sempre sostenuto e cioè che una gestione pubblica dei tributi sarebbe auspicabile e riteniamo che l’orizzonte al quale bisogna lavorare sia infatti la gestione interna al Comune di Fano. Tuttavia questo presuppone un piano di assunzioni e la formazione di personale, processo che richiede almeno qualche anno per dispiegarsi. Nell’immediato la formula della gara per gestione dei tributi sposta tutto il rischio sul soggetto privato, senza costi occulti a carico dell’ente pubblico o dei cittadini contribuenti e questo produce una virtuosità della riscossione tale da salvaguardare il bilancio comunale e quella equità fiscale che, con buona pace dei furbetti, è una garanzia soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. In questo senso la maggiore garanzia per il pubblico è quindi mettere in campo politiche tributarie, a partire dalla lotta all’evasione, efficaci e funzionali come quelle che negli ultimi anni – a differenza del passato – sono state essenziali per sostenere e potenziare i servizi pubblici comunali, in particolare nei settori sociale ed educativo. È opportuno sottolinearlo, altrimenti si rischia il paradosso di affondare, in nome della propaganda, proprio i servizi pubblici.