Fano (PU) – La lunga coda dell’estate rende ancora gradevoli le passeggiate a piedi o in bicicletta ma proprio nella settimana europea della mobilità sostenibile, continuano ad arrivare in redazione le segnalazioni delle difficoltà che gli utenti hanno nel percorrere alcuni tratti su due ruote.
Nell’occhio del ciclone è soprattutto la pista ciclabile Fano-Pesaro, non solo per l’incuria derivante dall’erba alta ai lati ma anche per la disparità di manutenzione che si nota tra il tratto sud, quello cioè di competenza della Città della Fortuna, e il tratto Nord, quello che fa capo alla Città di Rossini.
“Una gita domenicale in famiglia fuori porta con la bici sulla ciclovia Fano-Pesaro – scrive un cittadino fanese, Mario Giannelli – , è senza dubbio una possibilità di svago meravigliosa per noi fanesi, della quale andiamo orgogliosi e fieri purchè non si trasformi in un safari. Non sono a conoscenza e per questo non entro nel merito delle politiche e dei programmi di gestione dell’ambiente e del territorio della nostra splendida città, mi limito piuttosto a riferire ciò che ho avuto modo di osservare prima e dopo Fosso Sejore”.
La protesta del signor Giannelli verte appunto su questa questione, ovvero sulla notevole differenza che a colpo d’occhio si può notare “valicando” il fosso. “Vivo a Fano da 35 anni – commenta – e non voglio entrare nel merito del campanilismo storico con la città vicina, non posso però non rilevare l’esperienza che si vive in questa spensierata biciclettata sulla ciclovia: un safari nel tratto Fano-Fosso Sejore, uno scenario totalmente diverso, impeccabile e curato nei minimi dettagli dal fosso in direzione Pesaro. E’ svilente osservare quanto la sciatteria, condensata in soli 5 km, porti un con sé un segnale netto di come non si dovrebbe gestire il bene comune, senza considerare i pericoli derivanti dalla presenza di una sola carreggiata che è assolutamente divorata dalla vegetazione, nemmeno fossimo sul set del film ‘Jumanji’”.
I dubbi del signor Giannelli sono più o meno gli stessi di tanti altri cittadini che, per svago o per lavoro, transitano su quella ciclabile ogni giorno: “Se anche la manutenzione del verde pubblico viene programmata per l’intero anno su tutta l’area urbana – si chiede il cittadino -, a nessuno viene da pensare che ai lati di una pista ciclabile sarebbe necessario qualche taglio dell’erba in più? Ma di quanti soldi della comunità si sta parlando per avere questo decoroso servizio dall’ente competente? Io non credo si tratti di soldi, si tratta piuttosto di sensibilità, anzi di insensibilità, di amministratori che evidentemente non si sentono parte di una comunità, che non amano la città quanto noi cittadini e si limitano a fare della politica un mestiere, altrimenti non lascerebbero il giardino delle loro case ridursi in quello stato. I cittadini sono disposti pure a chiudere un occhio per le tante cose promesse e non mantenute dalla politica, ma chiuderli entrambi è impossibile”.