Fano (PU) – “La Fondazione Teatro della Fortuna non è in discussione”. Il sindaco Massimo Seri chiarisce la posizione dell’Amministrazione comunale sul dibattito che si è creato su ruolo, competenze e costi dell’ente di piazza XX Settembre.
Dibattito nato dalle dichiarazioni di Valter Adanti, di Sinistra Unita (“la Fondazione Teatro va eliminata. L’ente e l’assessorato alla Cultura sono due strutture che costano troppo per gestire la stessa cosa”) e proseguito poi con gli interventi di Mirco Pagnetti del Partito Socialista che aveva chiesto “una sua caratterizzazione” perché “altrimenti ha ragione Adanti”.
Per il primo cittadino, invece, la Fondazione “è un gioiello della città, un patrimonio di cui siamo orgogliosi capace di fare grandi cose: attrarre l’attenzione del mondo imprenditoriale locale, come successo nei giorni scorsi con la Bcc e come evidenziato dall’interesse riscontrato negli ultimi periodi da diversi privati; sottolineare il lavoro culturale svolto dalla città, come avrò modo di evidenziare alla prossima conferenza stampa ad Ancona dedicata all’Elisir d’Amore, prima produzione fanese del nuovo ‘corso’ della Fondazione”.
Seri ricorda poi “l’ottimo lavoro che stanno svolgendo la presidente Catia Amati e il nuovo consiglio di amministrazione”. Un esempio? “I maggiori incassi ottenuti dagli spettacoli, anche grazie all’annullamento dei biglietti omaggio (con l’epoca Amati ad esempio, anche i consiglieri della Fondazione hanno dovuto pagare per assistere agli spettacoli, ndr) e la critica positiva ottenuta dal mondo del teatro e dello spettacolo per le opere portate sul palco”. Il punto critico rimane, però, l’investimento che il Comune destinerà all’ente nel bilancio di previsione che sarà redatto a giorni. In dubbio i 600mila euro che l’Amministrazione ha disposto lo scorso anno: “Forse ci sarà qualche ritocco.
Faremo dei correttivi organizzativi, studieremo delle formule nuove per ottimizzare l’esistente e lavoreremo sullo Statuto della Fondazione, che dovrà essere più ‘snello’, per riportare le ‘cose al loro posto’”. Ciò non significa però “licenziamenti. Non manderemo a casa nessuno” dice Seri che, sulle dichiarazioni uscite sulla stampa negli ultimi giorni puntualizza: “Sono solo comunicati fatti da chi vuole avere un momento di gloria”.