Fano (PU) – Si chiama rigenerazione urbana ed è il programma di riqualificazione del territorio come rimedio al degrado urbano e per valorizzare un certo luogo ed è, secondo Confcommercio Fano, la ricetta per fermare la chiusura dei negozi del centro.
“Il commercio tradizionale – spiega la presidente Barbara Marcolini – sta vivendo una fase critica ma oltre a cercare soluzioni che possano incentivare affitti meno onerosi e più sostenibili e una più equa tassazione delle piccole e medie imprese, è necessaria una ‘rigenerazione urbana’, tanto è vero che sono stati creati e realizzati in tutta Italia road show, studi e analisi per mettere a confronto le esperienze maturate in questi anni”.
Il bicchiere per Confcommercio, nonostante le tante saracinesche abbassate, resta mezzo pieno. “E’ assodato – riprende Marcolini – che un atteggiamento positivo e propositivo sia fondamentale per gli imprenditori, agire nell’incertezza e con aria pesante non aiuta nessuno né gli esercenti né tantomeno la clientela sempre più scoraggiata nei consumi.
E’ vero che ci sono attività che chiudono, magari per fine fisiologica o per i cambiamenti del mercato, ma ci sono anche attività che aprono magari in nuovi servizi o brand inimmaginabili sino ad ieri così come verificabile di recente anche nel nostro centro storico. Prevedere di realizzare una nuova progettazione delle azioni di rigenerazione e riqualificazione urbana del centro cittadino con il coinvolgimento e l’ascolto del territorio e con specifiche attività di analisi, tra cui il monitoraggio dei flussi pedonali e veicolari, la realizzazione di indagini di mercato mirate ai city users nonché sopralluoghi nel centro cittadino volti all’analisi della qualità urbana e dell’offerta commerciale, sono forse le azioni da prevedere a medio lungo raggio”.
Fare quadrato tra operatori, mettersi in gioco e fare squadra tra amministrazione comunale, operatori e associazioni di categoria resta comunque il primo passo per raggiungere gli obiettivi, anche ambiziosi, per la città di Fano anche se il monito di Marcolini verte anche verso un’altra direzione: “E’ necessario mettere un deciso stop a nuovi centri commerciali – conclude – che rimangono tra i veri colpevoli della moria di attività e della desertificazione dei centri storici”.