Pesaro (PU) – L’associazione “Pesaro e Urbino verso la Romagna” torna a parlare di un cambio di regione per la provincia più a nord delle Marche.
“In questi giorni si fa un gran parlare di una riforma costituzionale volta al riordino dell’odierna architettura regionale. Ragioni politiche ed economiche premono affinché si viri decisamente verso un riassetto tale che possa favorire il risparmio e un a maggiore semplificazione. Dunque il fine è chiaramente economico e politico. Ma può il Legislatore interferire con la storia e la tradizione culturale di ognuno di noi, avendo come prospettiva il solo interesse economico od il proprio tornaconto politico? La Provincia di Pesaro e Urbino, più di tutte, nel panorama nazionale ha sofferto di questo strano strabismo politico-economico per cui pur avendo peculiarità uniche nel quadro della regione Marche, ostinatamente la si vuole fare aderire ad una realtà aliena”.
“Alcune nostre città, saldamente ancorate in passato al Ducato d’Urbino, ci hanno da tempo lasciato, per aderire a quanto di più affine poteva farle sentire a casa: l’Emilia Romagna. Movimenti che propugnano un addio all’odierna regione stanno infocando il Montefeltro, rodendo la ‘provincia bella’ e sfigurandone il volto, nel totale disinteresse dell’opinione pubblica. Ma davvero Pesaro e le città di Fano, Urbino e i meravigliosi borghi che animano le nostre colline sono marchigiani? Domandiamoci allora: quale dialetto parlavano i nostri nonni, le nostre mamme, le nostre maestre? Dove andavamo da ragazzini con la mitica vespa a fare festa il sabato dopo la scuola? Dove abbiamo scelto di studiare, lavorare e dove molti di noi hanno trovato l’amore? Che cosa cuciniamo ai nostri bambini? Urge una riflessione seria in ognuno di noi. Non siamo marchigiani. Non lo siamo mai stati in passato e se volessimo esserlo in futuro, dobbiamo tenere conto che con la nuova riforma saremo sempre di meno, poiché molti comuni passeranno alla Romagna, contando ancor meno”.