Fano (PU) – Si chiude un anno difficile per la Fondazione Carifano e per il suo presidente Fabio Tombari, ma il peggio (relativamente alle critiche ricevute per l’investimento in Banca delle Marche) sembra essere ormai alle spalle.
Tombari è stato più forte di tutto e di tutti, ha “tenuto botta” ed è rimasto al suo posto, quello di guida della Fondazione Carifano. Incarico che ricopre dal 2004 e che manterrà fino al 2019, considerata la riconferma che ha incassato a maggio di quest’anno per un altro quinquennio. Questa mattina con tono sicuro, parlando a braccio, ha illustrato a tutti i soci le erogazioni che la Fondazione ha elargito in tutto il territorio nel 2014.
“Quest’anno abbiamo provveduto a stanziare erogazioni per un totale di 1.919.224,59 euro – ha spiegato Tombari – di cui 232.706,08 euro nel settore arte, attività e beni culturali, 272.583,64 nel settore educazione, 300.000 nel capitolo salute, 757.075,92 per la famiglia. Per l’ambiente abbiamo dispensato 35.000 euro, mentre per volontariato, beneficenza e filantropia la somma è di 321.000. Anche nel 2015 l’impegno da parte nostra sarà sugli stelli livelli”.
Indubbie le bontà e qualità di tutte le iniziative messe in campo dall’ente di via Montevecchio. Il punto però è un altro. Forse, si sarebbe dovuto trovare il coraggio per favorire un rinnovamento, specie se si tiene sotto mano la carta d’identità dell’ingegner Tombari. Concetto, questo, che è stato ribadito anche dal Vescovo Armando Trasarti, che ieri sera nella sala del Consiglio comunale ha ripetuto per l’ennesima volta che non può essere “una saggezza ‘vecchia’ a governare”.
E’ evidente che, nonostante non si faccia il suo nome, il riferimento sia anche verso Tombari, finito diverse volte nel mirino del rappresentante della Diocesi. Un caso che questa mattina Trasarti non sia stato presente alla cerimonia, nonostante sia socio istituzionale della Fondazione. Ufficialmente per altri impegni inderogabili.
Questi sono dettagli, perché Tombari non solo non si fermerà, ma continuerà la sua “missione” alla guida della Fondazione che lui stesso definisce “un incarico che svolgo quasi a tempo pieno”.