Fano (PU) – “Un 1° Maggio oggi più che mai dalla parte dei lavoratori: con i preoccupanti dati sulla crescita della disoccupazione e della cassa integrazione, è il lavoro il tema da porre al centro dell’agenda politica”. Ad affermarlo è la lista civica “Insieme è Meglio” che aggiunge: “La sfida per il lavoro si gioca sull’innovazione, la produttività delle imprese, la qualificazione e l’attivazione dei disoccupati-inoccupati, sui servizi per contrastare la disoccupazione e sostenere le imprese, sulle politiche attive per il lavoro. E’ perciò rispetto alla qualificazione e riqualificazione dei lavoratori, alla loro attivazione, che Stato, le regioni e gli enti locali possono e debbono ancora giocare un ruolo positivo nonostante il ciclo economico. Molte imprese piccole e medie e le associazioni di categoria lamentano che decine di migliaia di posti di lavoro non si riescono a ricoprire per mancanza di personale qualificato e disponibile; molti lavoratori chiedono di essere ricollocati ma non hanno le competenze richieste. Diviene quindi centrale la formazione professionale, per la riqualificazione dei lavoratori, come servizio reale alle imprese. La formazione, assieme all’innovazione, è quindi una chiave strategica per lo sviluppo sia dell’occupazione che delle imprese”. “Il ‘saper fare’ – continuano dalla lista -, la competenza, genera redditività sia all’interno delle aziende che dando opportunità all’imprenditorialità. La formazione professionale, essendo un costo notevole per le imprese specie se piccole o medie, se viene assicurata come funzione propria dalle regioni, con continuità ed in stretta correlazione ai bisogni del mercato del lavoro, vale per le imprese molto di più che un incentivo occupazionale e ne incrementa la competitività. Consente inoltre una concreta crescita dell’occupabilità per i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo o non ancora inseriti: ridà loro speranza e migliori chances.
L’attivazione dei lavoratori non da inoltre risposta solo al diritto al lavoro ma anche al dovere del lavoro: si salvaguarda così anche un’etica dei doveri civili e sociali che come ci ricorda la Costituzione è fondamento della nostra società e dei nostri diritti. Torniamo a dire che la risposta alla povertà ed al disagio è il lavoro: è necessario riscoprire una nuova politica e di intervento nell’economia e nella nostra società basata sul lavoro. Occorrono misure meno assistenzialistiche e più interventi che possano aumentare le opportunità lavorative nei territori: interventi che certamente rispondano ai bisogni dei più deboli ma che premino anche e sopratutto il merito e l’impegno di imprese e lavoratori. E’ necessario rispettare la dignità delle persone e questo è possibile solo dando loro opportunità di lavoro e non assistenzialismo. E’ il lavoro che rende libere le persone, è il lavoro che da loro dignità e speranza in un futuro migliore e con loro alla intera nostra società”.