Fano (PU) – Ancora un rinvio per il contenzioso relativo al referendum per il distacco della frazione di Marotta culminato con la Legge della Regione Marche n.15/2014. L’amministrazione comunale di Fano rende noto infatti che il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata in data 11/06/2018, ha nuovamente rinviato alla Corte Costituzionale gli atti. “Tale iniziativa era ampiamente prevedibile – si legge in una nota – e sana l’errore procedurale relativo alla precedente “sentenza non definitiva” tenuto conto che l’unico giudice competente a conoscere del relativo contenzioso è la Corte Costituzionale; ciò in ragione del fatto che, in pendenza del contenzioso già proposto avanti al giudice amministrativo, il precedente Consiglio Regionale ha deciso di forzare i tempi approvando la legge sul distacco.
L’intervenuta legge regionale in pendenza del contenzioso non poteva certo privare il Comune di Fano, quale ricorrente, dell’intangibile diritto alla tutela giurisdizionale -principio supremo dell’ordinamento costituzionale- che pertanto sarà accordata non più dal giudice amministrativo ma direttamente dal giudice delle leggi. Vero è che la sentenza della Corte Costituzionale n.2/2018 non si è espressa nel merito della nozione afferente le “popolazioni interessate” al referendum ma solo sugli aspetti procedurali che incidono in ordine alla competenza a giudicare risolvendo, correlatamente, il conflitto d’attribuzioni sollevato dalla Regione Marche nei confronti del Consiglio di Stato.
La vicenda troverà, pertanto, prossima e definitiva soluzione attraverso il giudicato della Corte Costituzionale che esaminerà a fondo i motivi eccezionali, la ragionevolezza e la legittimità del procedimento legislativo adottato dalla Regione Marche circa l’individuazione delle “popolazioni interessate” al referendum tenuto conto che la regola generale è quella che vede coinvolti gli elettori di ambedue i comuni”. La decisione del distaccamento di Marotta da Fano, è stata votata, tramite un referendum solamente dai residenti del comune di Mondolfo, mentre, secondo il giudizio del Consiglio di Stato ai quali aveva fatto ricorso il Comune di Fano, sarebbero dovuti essere coinvolti anche i cittadini fanesi.