“A Fano non ci sono prospettive di lavoro stabile e la percezione di disagio delle famiglie è forte. L’amministrazione ha sottovalutato il problema”. A sostenerlo è il Movimento 5 Stelle di Fano dopo i dati poco incoraggianti resi noti dall’amministrazione su occupazione e nuove povertà eseguiti dalla facoltà di Economia dell’Università di Urbino.
“Abbiamo sempre considerato centrale il tema del lavoro nelle sue proposte programmatiche – scrivono Giovanni Fontana, Hadar Omiccioli e Marta Ruggeri -. Anche le amministrazioni comunali, infatti, possono farsi carico di iniziative concrete a sostegno dell’impresa e del lavoro, favorendo le condizioni di contesto indispensabili per la nascita e lo sviluppo di imprese. A Fano invece si è trascurata l’occasione di favorire il radicamento e consolidamento del distretto della nautica e non si è stati in grado di garantire le infrastrutture pubbliche minime per la sua operatività, quali un porto con fondali adeguati ed una strada che consentisse un agevole trasporto delle barche dalla zona industriale al mare”.
“Non ci sono poi iniziative concrete a sostegno delle start-up – incalzano i grillini -, che possono essere un veicolo formidabile di diffusione di cultura imprenditoriale e nuova occupazione, in un contesto tecnologico e di mercato in continua evoluzione. Che fine ha fatto poi – si chiede il M5S – il progetto “Fano Green Village – Mondo Canapa” che prevedeva un salone della ricerca, vendita di prodotti artigianali e sviluppo brevetti relativi alla Canapa? Il 14 gennaio è entrata in vigore una nuova Legge (la 242 del 02/12/2016) che regola la coltivazione della Canapa e che prevede anche dei finanziamenti per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore. Questo progetto potrebbe partire senza esborso di denaro pubblico ma solo non considerando alcuni introiti come l’affitto di terreni comunali per la coltivazione della Canapa, o il non far pagare alcune tasse comunali per chi intraprende un’attività economica legata alla filiera della canapa che potrebbe creare un volano per altre attività imprenditoriali. Ma di quest’iniziativa non si sa più nulla”
“Si possono portare all’estero le fabbriche, ma il nostro mare, le nostre colline, le nostre bellezze ambientali, architettoniche, la nostra storia e la nostra cultura nessuno ce le può portare via. Queste sono le risorse che dobbiamo maggiormente valorizzare, anche mediante gli strumenti promozionali che offre la rete, per stimolare l’offerta turistica ed enogastronomica, il piccolo commercio e, conseguentemente, il mercato del lavoro. Non occorrono altri tavoli di confronto o di analisi – concludono Fontana, Omiccioli e Ruggeri -, occorre la volontà politica”.