Fano (PU) – Un tempo erano circoscrizioni, oggi sono Consigli di Quartiere. La giunta ha approvato e trasmesso al consiglio comunale la delibera che stabilisce il “Regolamento dei Consigli di Quartiere”, ultimo passo burocratico per la concreta attivazione di questo strumento che avrà funzione consultiva e propositiva e farà da collante tra i cittadini e l’istituzione Comune.
I Consigli saranno 6 (in base alle zone territoriali con suddivisione che ricalcherà a grandi linee le bypassate circoscrizioni) ciascuno dei quali composto da un minimo di 9 ad un massimo di 12 consiglieri (50% uomini e 50% donne). A questi andranno aggiunti 3 soggetti (senza diritto di voto) nominati dal Comune e “scelti” tra i membri dell’associazione che già opera in quel quartiere.
I consiglieri saranno regolarmente eletti tramite consultazione alla stregua di una vera e propria tornata elettorale, anche se in maniera più semplice e smart, con tanto di liste da presentare, dopodiché tra gli eletti sarà designato un coordinatore e un vice coordinatore. Il consiglio resterà in carica per tutta la durata del mandato amministrativo, motivo per cui l’amministrazione è arrivata alla sua approvazione solo ora, in modo da poter dare ai neonati consigli il tempo di operare per un intero mandato. Ma non solo.
“L’iter per arrivare a questo punto – ha spiegato l’assessore alla Partecipazione Samuele Mascarin – è stato piuttosto lungo in quanto non c’erano modelli da seguire. Dopo che la legge 244/2017 ha abrogato le circoscrizioni nei comuni non capoluogo e sotto i 100mila abitanti, sono state poche le amministrazioni che hanno adottato questo strumento partecipativo. Nel progetto che abbiamo elaborato e che sarà portato in votazione al prossimo consiglio comunale, i Consigli di Quartiere non lavoreranno in maniera bilaterale con l’ente ma avranno modo di interagire tra loro e concorreranno a definire le strategie del bilancio pubblico e il Comune istituirà un Ufficio Partecipativo che farà da trait d’union appunto tra amministrazione e cittadini”.
“L’avere degli interlocutori diretti in rappresentanza dei cittadini – ha affermato il sindaco Massimo Seri – è un valore aggiunto per la città. Quando si fanno le assemblee la gente è un po’ restia a partecipare, con questo strumento invece ci sarà un maggior coinvolgimento soprattutto in quegli ambiti che stanno maggiormente a cuore come verde pubblico, opere pubbliche, viabilità e politiche sociali”. I Consigli di quartiere non percepiranno fondi ma si baseranno solo sul volontariato e spetterà al Comune mettere a disposizione le sedi nelle quali si riuniranno. E chissà che partendo dal proprio quartiere, qualcuno non decida di intraprendere la vita politica. “Amministrare è sempre più difficile – ha concluso il sindaco – e questo strumento sarà una buona palestra per chi intende iniziare ad entrare nel meccanismo”.
L’amministrazione che guiderà Fano dal 2019 al 2024 avrà dunque il compito di istituire questi nuovi organismi e di predisporre le elezioni che, per legge, non potranno essere accorpate ad altre consultazioni. Il costo per mettere in piedi la macchina organizzativa è stimato tra i 40 e i 50 mila euro.