Pesaro (PU) – La Polizia di Stato in collaborazione con la Gendarmeria della Repubblica San Marino ha sgominato un’agguerrita banda specializzata in furti di metalli pregiati ed in particolare di rame.
I fatti risalgono alla fine del 2014, quando gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Pesaro e Urbino hanno iniziato ad indagare su un ingente furto di allumino fatto a una ditta pesarese.
Grazie anche alle riprese delle telecamere di videosorveglianza sono stati identificati 3 soggetti, tutti italiani di età compresa fra il 25 ed i 43 anni, già noti alle Forze dell’Ordine, ritenuti far parte di una sodalizio criminale specializzato in questo tipo di reati.
Gli stessi, sottoposti a sorveglianza, nel periodo successivo sono stati sorpresi dagli uomini della Mobile, insieme ai colleghi di Rimini, all’interno di un capannone del capoluogo romagnolo, intenti a “spellare” grossi cavi elettrici in rame, per un peso complessivo di circa 24 quintali.
I tre sono stati denunciati in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per furto aggravato in relazione all’episodio verificatosi nel pesarese.
Le indagini, che sono continuate, hanno permesso di identificare e denunciare, sempre in stato di liberà, ulteriori cinque uomini, anch’essi italiani, di età compresa fra i 40 ed i 50 anni e noti alle Forze dell’Ordine, gravitanti nel riminese, che facevano parte della stessa banda. Inoltre sono stati ricondotti all’attività del gruppo altri cinque colpi effettuati in questa ed in altre provincie. Per quanto concerne la provenienza dei cavi i rame sopra menzionati, gli accertamenti fatti insieme alla Gendarmeria di San Marino hanno consentito di appurarne la provenienza da due ingenti furti, consumati ai danni di due imprese nel territorio di San Marino. In particolare, in un caso erano stati sottratti elettrodi in rame e graffite, che costituivano stampi per la produzione di componenti in plastica, brevetto esclusivo della ditta che, di conseguenza, si era vista costretta a bloccare la produzione, con grave danno economico.
L’ulteriore impulso dato alle indagini, ha consentito, in breve tempo, di risalire ad un capannone in costruzione a Rimini e di recuperare gli elettrodi in questione ed altro materiale in bronzo ed ottone, per circa 20 quintali, che ivi si trovava occultato. Il fenomeno dei furti di rame ed di altri metalli pregiati, per i gravissimi danni che provoca all’economia, ai trasporti ed alle comunicazioni, è particolarmente controllato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che negli ultimi anni ha avviato campagne mirate al suo monitoraggio ed alla repressione.