Fano (PU) – Chiedono un atto ufficiale del sindaco e lo fanno presentando una mozione popolare sottoscritta da 1.353 cittadini fanesi che, in poco più di 10 ore, si sono recati ai banchetti presenti in corso Matteotti per appoggiare il potenziamento del Santa Croce e bloccare la creazione dell’ospedale Unico. Ad avvallare la causa, oltre alle liste civiche La Tua Fano, Fano a 5 Stelle, Bene Comune e Possibile, si sono aggiunti gli esponenti di Riscossa fanese, del Movimento Radical Socialista e dei Repubblicani. “In questi giorni si è parlato molto di questo fantomatico decreto Balduzzi – affermano in coro gli esponenti delle liste – e naturalmente ognuno ha dato la sua interpretazione senza analizzare veramente il documento. Il Pd sostiene che la scelta dell’ospedale Unico sia quasi obbligata dal decreto, ma se lo si legge attentamente si capisce che non è affatto vero. La possibilità di sposare un altro piano sanitario c’è ed è concreta. È infatti possibile creare un presidio ospedaliero in rete, potenziando le strutture di Pesaro e di Fano senza il bisogno di depotenziare e creare una struttura unica. Analizzando i dati e le limitazioni fornite dal Balduzzi, questa è una soluzione decisamente fattibile. Se il sindaco Seri avvallerà la proposta del Pd, dovrà rendere conto ai cittadini del fatto che la sua scelta non sarà stata obbligata ma che avrebbe potuto decidere diversamente. Quello che chiediamo noi è che, se è vero che lui e la maggioranza votino favorevolmente la nostra mozione popolare in consiglio comunale così da prendere una posizione ufficiale”. Gli esponenti delle liste civiche hanno proposto anche una soluzione in merito ad un eventuale referendum, che permetterebbe ai cittadini fanesi di esprime con maggiore forza la loro volontà sulla questione. “Entro oggi raggiungeremo di certo le firme necessarie per indire il referendum – aggiungono -. Per rispondere alle dichiarazioni del primo cittadino che in questi giorni ha detto che un referendum costerebbe alla comunità centinaia di migliaia di euro, la soluzione è facile. Con una semplice delibera di giunta, si potrebbe cambiare il regolamento referendario e si potrebbe attendere novembre, quando ci sarà un referendum nazionale. Così facendo, potremmo allacciarci a quello, facendolo quasi a costo zero. Proporremo in sede di consiglio anche questa delibera e se il sindaco voterà contro, allora sarà chiaro da che parte sta”.