Fano (PU) – Per la prima volta, lo spazio espositivo di Palazzo Bracci Pagani verrà destinato ad un artista fanese. Stiamo parlando di Virginio Rossi, le cui opere sono esposte in tutto il mondo, che “abiterà” gli spazi del palazzo fanese con la sua mostra “Il Labirinto e le Ali”. La mostra, che inaugurerà sabato 7 ottobre, sarà visitabile ad ingresso libero tutti i giorni dalle 17.30 alle 19.30, eccetto il lunedì. Virginio Rossi è nato a Fano dove ha studiato all’istituto Apolloni per poi trasferirsi a Venezia dove ha approfondito gli studi. Tornato a Fano nel ruolo di docente, ha trascorso la sua vita tra l’insegnamento (anche a Venezia) e la realizzazione di oltre 4000 opere alle quali vanno aggiunti mosaici, libri, e arazzi. Le sue opere, sparse in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone passando per la galleria di arte moderna di Venezia. “Un percorso artistico il suo – ha scritto di lui, lo storico fanese Alberto Berardi – che è passato dalla fascinazione vagamente futurista per le macchine e la meccanica alla riflessione sul mito del labirinto: ‘La vida non es un caos, es un labirinto’ (Jorge Luis Borges) per poi approdare alla cosmogonia che gli ha permesso di scrutare la terra dallo spazio e lo spazio dalla terra ed infine giungere al potere della illusione. Sì la misera illusione di Icaro che, infischiandosene delle avvertenze paterne, vuol sfidare con un po’ di cera e penne altrui la forza di gravità ed il calore del sole. Ma quanta forza in quella illusione e quale scenario si apriva per l’uomo. Virginio Rossi vive da sempre sospeso. Sembra che Johann Wolfgang Goethe abbia scritto per lui la sua celebre massima ‘Non c’è via più sicura per evadere dal mondo che l’arte; ma non c’è legame più sicuro con esso che l’arte’. Dentro e fuori, fuori e dentro. Il suo respiro vuole essere quello del cosmo. Immanenza e trascendenza. Agrimensore sulla terra, astronauta nello spazio. Racchiude il sole in una tela, la terra in una altra: entrambe in una tela più grande. Il gioco è pericoloso e lui lo sa. Il rischio è rimanere sospeso per sempre tra cielo e terra. Non trovare più la chiave di casa. Non basta rifugiarsi nella spirale labirintica e neppure nel rettangolo aureo che sottende per salvarsi. Mito e scienza: aiutano ma non salvano. Egli è solo, come tutti noi, nel cosmo. Novello Icaro aspira a lasciare la terra, a salire verso il sole, il sole come unico Eldorado. Eppure sa bene che è solo cera quella che tiene attaccate le ali che il padre gli ha appiccicato sulla schiena. Perché dunque? Perché Virginio Rossi è un vero artista. La cera si scioglierà – è certo – ma quello che importa è la sfida. Riuscire a staccarsi da terra per qualche istante. Provare l’ebbrezza. Ma questo non basta, l’arte non può essere filosofia: la padronanza materica, la sensibilità cromatica, il rigore nella esecuzione, la perfezione formale fanno il resto. Ci sono opere in cui è facile perdersi, altre che servono per ritrovarsi. Ancora una volta sospeso lui e sospesi noi tra ‘Cielo e Terra’”. Alla conferenza di presentazione di questa mattina, ha partecipato anche la 5 A del Liceo Artistico Nolfi Apolloni, accompagnata dalla Prof Paola Mancini.