Fano (PU) – Venticinquemila metri cubi di fanghi dragati per una somma complessiva di 960mila euro. 40 giorni di lavoro necessari con camion che porteranno quasi mille metri cubi al giorno ad Ancona, nell’area portuale. Sono questi i numeri che caratterizzano l’intervento di dragaggio, condotto dalla ditta Arenaria di Bologna, che è partito questa mattina al porto di Fano. Il sindaco ha snocciolato i passi che sono stati fatti per arrivare a questo risultato.
Il passaggio, di natura politica, parte da lontano, addirittura dal suo insediamento, avvenuto più di un anno fa, come se Seri volesse tracciare una linea di continuità: “Siamo stati concreti e capaci come avevo detto in campagna elettorale. Questo di oggi è un risultato che a Fano non si era mai visto per via delle dimensioni delle operazioni. A mente non ricordo, nel passato, una iniziativa di questo tipo. Siamo stati rapidi nelle procedure nonostante le difficoltà. In corso ci sono pure i carotaggi dell’Arpam all’ingresso della darsena”. Seri rivendica il lavoro politico poiché “se Fano ha avuto un terzo dei 200milioni stanziati dalle Marche significa che c’è stato un lavoro proficuo fra sindaco e assessore regionali. Quindi, ringrazio l’assessore Giorgi con cui è stata portata avanti una efficace collaborazione. L’11 giugno mi sono insediato e già il 13 ero a parlare con lei per capire che strada intraprendere”.
Anche l’assessore Marco Paolini si allinea a quanto dichiarato dal sindaco: “Operazione necessaria su cui abbiamo concentrato grande attenzione. 940mila euro sono le somme complessive. Il costo dell’intervento è di 600mila euro tra lavori e trasporti con un ribasso d’asta di 180mila euro che saranno destinati sempre per il porto, il resto sono costi per i controlli ambientali e le tasse regionali”.
Marco Pezzolesi di Coomarpesca definisce quello di oggi “un punto di partenza e non di arrivo. Sicuramente questo dragaggio ci permette di riprendere l’attività il 27 settembre con serenità. Anche se questo intervento consente al porto di respirare tornando a poter dare lavoro, la quantità necessaria da dragare sarebbe però di 100mila metri cubi. Negli ultimi anni, mancando la navigabilità, hanno chiuso i battenti tantissime attività come le officine meccaniche. Ora speriamo che ci sia un’inversione di tendenza. Bisogna aver costanza nel portare avanti i futuri dragaggi”.
Dragaggio che permette alle realtà che operano nello scalo di poter tornare a sperare anche in una crescita economica visto che, come racconta Enrico Bertacchi di Marina dei Cesari nel corso di questi due ultimi anni abbiamo perso 40 imbarcazioni. Ora si è fatto un passo in avanti notevole, poiché si è preso soprattutto coscienza del problema. Prossimamente risolveremo anche noi il nostro problema interno con le sabbie che derivavano dal canale. Non dimentichiamoci che la nostra richiesta di Accertamento tecnico preventivo, che ha quantificato i danni subiti in 3milioni, è stato uno stimolo importante”.