Fano (PU) – Non si è fermato a rispondere alle domande dei giornalisti ne prima ne al termine del seminario, ma il suo messaggio dal palco è stato comunque forte e chiaro: “La sicurezza è un bene comune e per garantirla occorre un piano strategico che metta in sinergia il governo nazionale, le forze dell’ordine e le amministrazioni locali”.
Di fronte alla platea del Teatro della Fortuna, questa mattina il ministro dell’Interno Marco Minniti ha affrontato due temi di stretta attualità e che sono oggetto di due decreti legislativi da lui stesso emanati lo scorso febbraio: immigrazione e sicurezza. Invitato dall’Anci (Assemblea nazionale dei comuni d’Italia), il titolare degli Interni è arrivato in una Fano blindata come da protocollo intorno alle 10 e ad accoglierlo c’erano diversi sindaci del territorio guidati dal primo cittadino fanese, Massimo Seri: “Il ruolo del sindaco è cruciale in questo momento – ha detto Seri -, perché deve guidare la cittadinanza a vivere i cambiamenti che la società sta attraversando ed è il primo avamposto del governo centrale, l’autorità a cui vengono rivolte le domande e presso cui si cercano le risposte. Con questa legge il ministro Minniti ha concesso ai sindaci strumenti concreti che aiutano a governare la città soprattutto in temi molto sentiti dai cittadini come la sicurezza e il decoro urbano”.
A Seri hanno fatto poi eco il vicepresidente dell’Assemblea Legislativa Renato Claudio Minardi, il sindaco di Senigallia e presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi e il sindaco di Pesaro e vice presidente nazionale di Anci Matteo Ricci, che hanno esortato Minniti a non abbassare la guardia in tema di ricostruzione post sisma e lo hanno ringraziato per aver preso dei provvedimenti di carattere strutturale per cercare di sconfiggere la paura che ormai alberga nelle menti di tutti dopo i recenti atti terroristici. “Una comunità impaurita è una comunità debole – ha detto il ministro -, per cui è fondamentale lavorare tutti insieme per superare questo sentimento. Con questo decreto si da l’opportunità ai sindaci di agire in termini di decoro urbano perché è da li che parte la sicurezza, da città accoglienti, pulite e che siano fruibili da tutti”.
E proprio di accoglienza ha poi parlato Minniti nella parte conclusiva del suo intervento ricordando gli accordi internazionali fatti di recente con Libia, Niger e Ciad e invitando la platea a riflettere: “Non c’è equazione tra immigrazione e terrorismo – ha spiegato Minniti – deve esserci invece un’equazione forte tra accoglienza e integrazione. Solo sviluppando un forte sentimento di integrazione si può combattere la paura e in questo tutti i sindaci devono essere uniti”. Tutti d’accordo infine sul fatto che non giova a nessuno il ruolo di “sindaco sceriffo”, anche se, specialmente dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci, è arrivato un segnale forte: “La paura – ha detto – si combatte anche con la riqualificazione dei territori e con politiche di repressione forti che servano per evitare quartieri ghetto e degradati”.