Fano (PU) – “Non ce la facciamo più. O entro l’estate si dragano almeno 100.000 metri cubi di fanghi o il portò morirà”.
Marco Pezzolesi, direttore della Coomarpesca di Fano, lancia l’ultimo grido d’allarme prima che sia troppo tardi. Racconta di una situazione “insostenibile a cui non si è mai voluto trovare un rimedio definitivo in tutti questi anni di promesse mai mantenute e senza che nessuno abbia mai avuto spirito d’iniziativa”.
“Stamattina è venuto qui il sindaco – afferma Pezzolesi – a cui ho ribadito un concetto molto semplice: se si vuole scongiurare la fine del porto si deve fare un dragaggio di almeno 100.000 metri cubi di fanghiglie entro il periodo estivo. Si è raggiunto il limite estremo di sopportazione. Altri mesi in queste condizioni non li possiamo più sostenere. Qualora non si attuasse questo provvedimento, si rischierebbe di far scomparire la pesca, l’indotto e tutto il turismo collegato. A quel punto avverrà il contagio con il resto dell’economia fanese che perderebbe un pilastro fondamentale”.
Per Pezzolesi un dragaggio di questa portata rappresenterebbe la chiave di volta per far rifiorire tutta l’economia portuale: “Ad oggi ci sono 250 occupati nella pesca, ma se ci fossero le condizioni si potrebbe tornare ad avere almeno 500 lavoratori con la certezza, secondo me, di coinvolgere almeno 100 persone con l’indotto: tra officine, distributori di carburante e tutti servizi connessi.
Ogni giorno arrivano tante richieste che possono essere tradotte in posti di lavoro. Infatti, oltre alla sicurezza, questo provvedimento potrebbe creare opportunità occupazionali che darebbero una boccata d’ossigeno a tutto il sistema depresso da una crisi senza fine”.
Per tutelare e tutelarsi, il direttore della Coomarpesca annuncia di intraprendere azioni legali: “Ho già dato mandato ai miei avvocati di avviare azioni opportune nei confronti di chi sarà responsabile, eventualmente, di questo mancato dragaggio. L’amministrazione dice che la partita si gioca in Regione, ad Ancona la rimpallano all’ente locale: la politica dopo anni di parole continua a non fare nulla. Considerato che il centrosinistra è sovrano, sia a Fano, sia ad Ancona sia a Roma, non dovrebbe avere difficoltà a mettere in fila tutti i soggetti intressati”.
Pezzolesi prende fiato venti provvisori attuati dal Comune di Fano, costati milioni e milioni, non sono serviti a nulla. La mia domanda è semplice: perché in alcune regioni si è trovata una scappatoia normativa per buttare i fanghi nel mare, mentre qui nelle Marche questa ipotesi non è percorribile? A volte dubito che, alla base di questo rinvio, possa esserci la volontà politica di avvantaggiare alcune marinerie rispetto ad altre. Il mio rimane un semplice sospetto perché non ho le prove”.