Pesaro (PU) – Aderirà anche il punto vendita di Fano allo sciopero nazionale indetto per il 9 maggio dai sindacati contro i licenziamenti previsti dall’Auchan, il Gruppo francese della grande distribuzione che ha dichiarato 16 esuberi nel fanese.
“La procedura di mobilità impatta sulle Marche – dice Domenico Montillo, Fisascat Marche – con numeri considerevoli se rapportati agli andamenti sicuramente migliori rispetto ad altre realtà. Su Fano in particolare non sono mai stati utilizzati ammortizzatori sociali, né soluzioni sull’organico a dimostrazione che i 16 esuberi dichiarati non sono ammissibili. La Fisascat Marche confida nella possibilità di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti non giustificabili unicamente al tavolo Nazionale, unico luogo in cui la ristrutturazione e quindi la procedura può essere discussa. Riteniamo per altro indispensabile mantenere la gestione unitaria Cgil, Cisl e Uil visto che è il coordinamento unitario dei delegati riunitosi a Roma il 21 aprile che ha deciso lo sciopero quale strumento di mobilitazione da contrapporre all’atto unilaterale messo in campo dall’azienda.
Auchan, in Italia conta 49 punti vendita ed oltre 11.400 dipendenti, presenta ai sindacati il costo della crisi. Sono complessivamente 1.426 i dipendenti coinvolti dalla procedura di licenziamento collettivo avviata in 32 ipermercati, dove la percentuale dei dipendenti “strutturalmente in esubero” supera il 20%, mentre si attesta al 12% a livello nazionale. Di questi lavoratori, 578 – oltre un terzo degli addetti – sono occupati nei 13 ipermercati delle realtà del Mezzogiorno d’Italia, in Campania, Puglia e Sicilia.
Dopo la disdetta unilaterale del contratto integrativo aziendale questo è un ulteriore colpo basso attuato da uno dei più grandi operatori della grande distribuzione commerciale che fino ad oggi non ha messo in campo politiche di rilancio.
“I dipendenti di Auchan coinvolti dalla procedura di licenziamento pagano a caro a prezzo la mancanza di un piano di sviluppo aziendale finalizzato a fronteggiare la crisi dei consumi.
Se la scelta è quella di ridurre il costo del lavoro in un’ottica complessiva di ristrutturazione, noi ribadiamo fermamente il nostro sconcerto perché è inaccettabile che a farne le spese siano solo ed esclusivamente i lavoratori e le lavoratrici. C’è da chiedersi se la formula degli Ipermercati e dei grandi centri commerciali funziona ancora in Italia dove la crisi dei consumi si fa ancora sentire. Non dimentichiamo poi che fino ad oggi la società ha chiesto ed ottenuto l’applicazione del contratto di solidarietà per i lavoratori di 21 ipermercati”.
“In attesa che a livello unitario si programmino ulteriori azioni di protesta, è confermata la mobilitazione e lo sciopero programmato a livello nazionale per l’intero turno di lavoro del prossimo 9 maggio, con l’ulteriore articolazione di 8 ore di sciopero da decidere a livello territoriale. Il rischio, secondo la Fisascat, è che i grandi gruppi della grande distribuzione, compreso Auchan, perdano interesse ad investire in un Paese che registra ad oggi timidi segnali di ripresa”.