Fano (PU) – Non pretendeva di essere considerato un benefattore ma in virtù dei tanti investimenti promossi e realizzati negli ultimi undici anni pensava di essersi guadagnato il rispetto non solo dei colleghi della Fondazione Carifano ma anche della città. Invece i continui attacchi subiti e i titoli di giornale, in negativo, ricevuti negli ultimi tempi non solo l’hanno amareggiato ma anche ferito. Ecco perché questa mattina Fabio Tombari è sbottato come mai aveva fatto fino ad oggi e non ha utilizzato mezze parole per rispondere alle accuse che gli sono state mosse da Bene Comune e da altre figure politiche.
Qualche stilettata anche per la stampa “colpevole di non rendersi conto che prima di dedicare un’intera pagina contro di me bisogna anche valutare bene quello che si scrive”. E quello che è stato scritto, per Tombari è stato ingiusto perché sotto la sua presidenza Fano, ma anche altri centri dell’entroterra, “hanno beneficiato di investimenti molto importanti nel sociale che resteranno nel tempo”.
“Ho cambiato il modo di gestire la Fondazione – continua Tombari – non elargiamo più contributi a pioggia a tutti ma una metà delle risorse vengono accantonate per la realizzazione di opere molto utili come la scuola di Fano 2, il centro Alzheimer, palazzo San Michele, palazzo Bracci Pagani, Palazzo Cassi e tanti altri”.
E’ un elenco lungo di immobili indubbiamente utili alla collettività quello fatto di Tombari per dimostrare quanto la città abbia beneficiato della Fondazione. Riguardo l’investimento in Banca Marche, che gli è costato le critiche più dure di questi ultimi mesi, il presidente della Fondazione ha ammesso: “Mi brucia molto, non ci dormo la notte. Abbiamo sbagliato, ho sbagliato, ma questo può capitare ed a noi è capitato perché allora non c’era alcun sentore di rischi particolari. Chiedemmo anche una consulenza ad una agenzia internazionale che ci disse che l’operazione si poteva fare. Nessuno si aspettava un risultato del genere. Però voglio anche dire che qualsiasi decisione viene presa in Fondazione si tratta di una decisione condivisa, fatta nella massima trasparenza e senza interessi di parte. Io per primo non ho interessi, ho persino proposto una riduzione del 25% di tutti i compensi, il mio compreso (oggi è di 1.630 euro senza 13esima, 14esima e contributi, ndr), che erano già da considerare un rimborso spese rispetto al lavoro che viene svolto. Passo la giornata in Fondazione, controllo personalmente tutti i cantieri, uso la mia macchina ed il mio cellullare”.
Poi Tombari conferma che non farà alcun passo indietro: “L’anno scorso sono stato eletto all’unanimità e fino a quando avrò la fiducia degli organi istituzionali della Fondazione resterò al mio posto perché ritengo di sapere fare bene il mio lavoro”.