FANO – “Io ho paura, ma non smetterò mai di denunciarlo e di certo non chiuderò il mio locale per colpa sua”. È stremata ma non si arrende, Roberta Bruscolini, titolare del ristorante Amo e Lievito situato nel centro storico di Fano che, nella giornata di ieri ha rischiato di essere colpita da una bottiglia, sembrerebbe lanciata da uno dei residenti nei pressi del locale. Non è la prima volta che la ristoratrice ha a che fare con l’uomo, un 41enne già ben conosciuto dalle forze dell’ordine. “Con quella di ieri siamo arrivati alla denuncia numero 6 – racconta Roberta Bruscolini -. Era fine serata quando stavo servendo un amaro a dei clienti fuori dal ristorante quando mi sono vista piombare dall’alto una bottiglia di birra che non mi ha colpito per un pelo. Al lancio dell’oggetto sono seguite le solite minacce di morte e di lesioni, tanto che mi sono chiusa all’interno del locale e ho chiamato subito la polizia. Il tutto come al solito, senza alcun motivo. Gli agenti (coordinati dal dirigente del commissariato di Fano, Stefano Seretti ndr) sono arrivati dopo pochi minuti e sono saliti a parlare con la persona in questione. Poco dopo sono tornati da me e in quel momento è sceso anche lui iniziando ad inveire e gridare. I poliziotti mi hanno fatto da scudo umano e per cercare di calmarlo hanno subito anche loro l’ira dell’uomo. A quel punto lo hanno arrestato e portato via. Purtroppo però ho scoperto che nella direttissima di questa mattina, nonostante la convalida dell’arresto, il processo è stato rinviato al 30 maggio e quindi lui è già fuori. Ringrazio di cuore i poliziotti e i carabinieri che sono intervenuti ieri perché ogni volta fanno anche più del loro dovere rischiando la propria incolumità. Anche oggi sono passati qui nel locale per vedere se era tutto ok. Il problema è che nonostante i continui atti aggressivi e le denunce, questa persona è sempre a piede libero. C’è qualcosa nella legge italiana che proprio non funziona”. Atti che non sono semplici racconti, ma vere e proprie denunce depositate. “Tutto è iniziato alla fine del 2015 e da li non ci siamo più fermati – spiega la titolare del ristorante -. I motivi sono sempre gli stessi, lesioni, aggressioni come quella che ha subito mio figlio che sempre per difendermi da lui ha addirittura preso un pugno”. Nonostante i continui episodi, Roberta non demorde e continua a denunciare e a portare avanti il suo lavoro. “Ho investito soldi, tempo e sogni in questa attività e di certo non intendo buttare tutto all’aria per colpa di uno sbandato del genere. Nonostante la paura che ho ogni giorno quando vengo al lavoro, continuerò a denunciare con l’aspettativa che prima o poi la legge faccia il suo corso sperando, che questo accada prima che qualcuno si faccia male seriamente”.