Fano (PU) – Non tutti conoscono la storia del personaggio a cui è intitolata la via o la piazza in cui abitano. Ecco le storie di Nicolò Perotti Giuliano Persiutti.
Nicolò Perotti, via intitolata con delibera consiliare ,146 del 9.4.1970. (Fano 1430-Sassoferrato 1480), umanista, filologo, arcivescovo. Nobile, figlio di una gentildonna fanese di Casa Lanci, si gloriò di essere di Fano, dove fu educato. L’Imperatore Federico lo fece suo Consigliere e lo coronò poeta in Bologna. Eugenio IV, Niccolò V, Callisto III e Pio II fecero a lui ricorso per importanti questioni amministrative e particolarmente nei Concilii di Ferrara e di Firenze per l’unione delle Chiese latina e greca. Fu fatto poi Prelato, gli fu conferita la Vice-legazione di Bologna ed il Governo di Perugia e del Lazio; nel 1458 da Pio II ebbe l’Arcivescovado di Manfredonia, dove morì. In Bologna si conserva il suo ritratto nella chiesa della Madonna del Monte nella tavola della morte della B. Vergine, dipinta nel 1450 da Gallario Ferrarese. Scrisse: Cornucopiae sive linguae latinae commentarli (Venezia, Paganoni, 1480; Venezia, 1504 e 1513; Basilea, 1521, Toscolano, 1522); Regole Grammaticali, (Venezia, 1540); tradusse dal greco in latino le Istorie di Polibio. Torquato Perotti, già Vescovo di Amelia e primo Cameriere segreto di Urbano VIII raccolse tutte le opere di Niccolò, come riferisce il Mireo nella Biblioteca ecclesiastica e lo conferma il Jacobelli nel catalogo Scriptorum Umbriae, ma senza dire dove fossero stampate. Si deve qui ricordare l’Appendice Perottina la raccolta cioè di 32 favole di Fedro pubblicate nel secolo scorso contenuta nel codice Napoletano IV F. 58 autografo dello studioso. Queste favole, molto probabilmente, furono desunte da vari codici che non si conoscono.
Giuliano Persiutti (o Persiuti, o Presciutti, o Presutti), via intitolata con delib. comm. straord. n. 11 del 29.1.1957. (Fano, verso 1465-70 — 1554), pittore. É detto Giuliano di Luca (pittore anch’egli) o Giuliano da Fano. Lavorò soprattutto nell’anconetano e nel sud delle Marche. Lo troviamo ad Osimo sin dal 1506 a continuare una tavola commissionata nel 1503 al veneto Antonio Solario per l’altare maggiore della chiesa di S. Francesco; a Fermo nel 1508-10, dove esegue il Polittico di Monte San Pietrangeli (AP), la tavola della Madonna col Bambino in trono fra S. Bartolomeo e S. Antonio Abate (Fermo, Pinacoteca civica), alcuni affreschi nel convento dei Domenicani ecc. Nel 1515 lo troviamo a Jesi dove dipinge la Cappella di S. Nicola nella chiesa di S. Lucia (opera perduta). Dopo questi lavori ritornò a Fano ed eseguì vari lavori anche nel territorio circostante: Serrungarina (1527), Mondolfo (1531), Mondavio, Fabriano (1535). Il Presutti, che fu molto stimato in patria, subì l’influsso del Perugino, del Lotto, del Signorelli, della pittura veneziana. Fu maestro di Taddeo Zuccari. A Fano ricordiamo la tavola: Madonna in trono col Bambino fra i santi Sebastiano e Rocco e due devoti (nella parrocchia nuova di S. Sebastiano a Bellocchi), nella Chiesa di S. Tommaso Apostolo l’Incredulità di S. Tommaso (datato 1546), che risente gl’influssi di Raffaello specialmente nella figura di Gesù; nella chiesa di S. Marco: Madonna in trono col Bambino e santi Francesco, Vincenzo Ferreri, Maria Maddalena ed angeli musicanti.