Fano (PU) – I fanesi, nel 2016, hanno speso 52 milioni e 530 mila euro nelle slot machine. Il dato, già allarmante di suo, diventa ancor più preoccupante se si pensa che, oltre alle cosiddette “macchinette”, di giochi a soldi c’è ne sono molti altri con conseguente aumento della possibilità di cadere nel vizio e diventare ludopatici.
Quelli forniti questa mattina dalla Cisl e raccolti da due studentesse del Liceo Donati di Fossombrone impegnate in un progetto di alternanza scuola lavoro con l’organizzazione sindacale (Fatima Diop e Zara Fee Van Bergen), sono numeri che il presidente Giovanni Giovanelli ha definito “sconcertanti” e, tabelle alla mano, è difficile dargli torto.
Ogni fanese in media, ha speso nel 2016 863euro nei 464 apparecchi presenti in città e a fronte di questo l’appello di Cisl ai sindaci è quello di adottare misure per contrastare questo fenomeno ed investire nell’educazione della popolazione.
Dal canto suo il comune di Fano ha recentemente previsto degli sgravi fiscali per quelle attività “no slot” che prevedono riduzione delle tariffe e ciclo idrico. Così come Fano anche Fossombrone e Terre Roveresche si stanno muovendo verso questa direzione, mentre tutto tace dagli altri comuni che, sempre dati alla mano, non se la passano di certo meglio.
Emblematico il caso di Isola del Piano dove gli appena 600 abitanti nel 2016 hanno “buttato” nelle uniche due slot presenti nel comune oltre 200mila euro. Ma di esempi se ne potrebbero fare tanti, a cominciare da Pesaro che detiene questo poco lusinghiero primato con 80 milioni e 180mila euro (ad incidere ovviamente il numero di abitanti) o Mercatino Conca dove ogni cittadino inserisce nelle slot 1.170euro l’anno.
Da evidenziare poi anche due comuni virtuosi come Frontino e Montecerignone dove nei bar e nei locali in genere non sono presenti slot. In totale, nelle 2329 apparecchiature presenti nella provincia di Pesaro-Urbino, nel 2016 sono stati giocati 248milioni e 134mila euro.
“Confidiamo – ha concluso Giovanelli – in un’applicazione certosina della legge regionale che è stata recentemente approvata ma che in realtà è rivolta alle attività di nuova apertura. Dal canto nostro chiediamo ai comuni di adottare alcuni accorgimenti, come ad esempio il divieto di gioco in determinati orari o, come avvenuto a Bergamo, di evitare insegne luminose che indichino la presenza di slot nel locale o i classici cartelli che evidenziano le vittorie avvenute all’interno dello stabile”.